Una realtà in evoluzione
Il trasferimento nell’area della ex Falck ha portato solamente vantaggi alla grande biblioteca di Vobarno. Il prestito continua a crescere e intanto lo spazio pubblico è diventato anche un luogo per l’aggregazione e il gioco.

Aperta nel marzo del 2006 in piazza Marina Corradini, in un luogo molto più decentrato rispetto alla via Castignino che la ospitava da decenni, la nuova biblioteca comunale di Vobarno, ricavata dalla ristrutturazione delle «punterie» della ex Falck, si è rivelata una scommessa vincente; e non solo a proposito del noleggio dei testi.

«Inizialmente c’era il timore che questo decentramento potesse far perdere l’abitudine di frequentare il servizio - commenta lo storico bibliotecario vobarnese Gian Battista Bonelli -. Invece, i prestiti sono passati dai 19 mila del 2007 ai 23 mila del 2008, con un incremento di oltre il 20%. Attualmente i libri a scaffale (comprensivi del materiale multimediale) sono quasi 40 mila, con circa 2.500 acquisti effettuati nel 2008».
Cos’è cambiato nella nuova struttura rispetto alla vecchia casa di via Castignino? «Gli spazi sono decuplicati, e la raccolta, che dispone di 3 operatori, è unica per tipologia sul territorio bresciano: è una biblioteca "amichevole" e "ricreativa", che apre le porte a tutti».
Se infatti nel 2008 gli utenti registrati sono stati circa 4.000, dei quali 1.809 attivi al prestito, gli ingressi dell’anno sono stati molti di più: «Ormai ospitiamo sempre più spesso interi nuclei familiari che passano il pomeriggio qui - prosegue Bonelli -; ma anche gruppi di ragazzi che ci utilizzano per lo studio e per il divertimento, tanti stranieri e molte persone che arrivano da altri paesi. Sono aumentati anche gli anziani, ma questo non ci ha impedito di avviare il progetto "La biblioteca a casa tua", ovvero il servizio di prestito a domicilio: grazie ai volontari, i testi richiesti vengono portati direttamente a casa degli anziani, dei disabili e di chiunque sia impossibilitato a passare direttamente in sede».

Questo contenitore culturale e non solo, che è in grado di ospitare contemporaneamente circa 80 persone, offre anche giochi per i più piccoli, postazioni multimediali, spazi di lettura tradizionale e altro ancora. «A volte si registra qualche momento di criticità - continua il bibliotecario -, col semplice brusio che diventa un vociare prolungato. Ma basta un cenno per ritornare alla normalità».

Le prospettive? «Continuare con la promozione della lettura partendo dai bambini della materna e arrivando fino agli anziani. Per avvicinare poi non vedenti, dislessici e ipovedenti introdurremo anche gli audiolibri su cd o mp3».

Tra i 40 mila pezzi disponibili c’è infatti (non in esposizione ma consultabile su richiesta) un blocco di una settantina di volumi antichi: trenta sono «cinquecentine» di pregio, altrettanti risalgono al ’600 e altri sono stati stampati nel Settecento.

Qualche citazione? Tra le opere del Cinquecento, realizzate da stampatori valsabbini che operarono a Brescia, Bergamo, Venezia e in altre realtà, troviamo il «Confessionale» di Girolamo Savonarola del 1596, le «Rime» di Pietro Bembo, stampate nel 1530, il «Supplementum tertiae partis summae» di Tommaso d’Aquino e «Il re Torrismondo» di Torquato Tasso; ma anche i «Discorsi politici» di Paolo Paruta del 1599.

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi
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