Maxi frode al fisco da 250 mln
La Polizia e la Guardia Finanza di Brescia hanno arrestato 7 persone ritenute responsabili di una maxifrode fiscale da 250 milioni di euro. Il vobarnese Efrem Claudio Pavoni è ritenuto dagli inquirenti la figura egemone.

La Polizia e la Guardia Finanza di Brescia hanno arrestato 7 persone ritenute responsabili di una maxifrode fiscale da 250 milioni di euro. La frode avveniva attraverso societa' che avevano l'unica funzione di emettere fatture fittizie, a copertura contabile di consistenti acquisti di rottame metallico, operati in ''nero'' da societa' commerciali in tutta Italia. Denunciate 53 persone, sequestrati immobili, veicoli quote societarie e conti correnti bancari. -

Durate dal 2006 al 2009 e coordinate dai magistrati della Procura Brescia, Antonio Chiappani e Gianfranco Gallo, le indagini condotte dalla Squadra mobile della polizia e dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brescia hanno portato in una prima fase, all'esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, firmate dal Gip Silvia Milesi, per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata e continuata, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e gravi reati contro la Pubblica amministrazione.

Le sette persone arrestate (di Brescia, Roma e Milano) sono state successivamente condannate, in primo grado, con pene da un minimo di un anno e cinque mesi a un massimo di quattro anni e otto mesi di reclusione. Il complesso meccanismo dell'interposizione delle cinque società cartiere (una con sede in Polonia) ideato dagli indagati, ha consentito ai fornitori in nero di piazzare sul mercato i propri prodotti senza dichiarare i relativi ricavi, e alle imprese-clienti lombarde, venete e emiliane, di acquistare rottami (materie prime per le proprie lavorazioni) a prezzi inferiori a quelli di mercato, con evidenti danni alla concorrenza.

Gli investigatori hanno anche scoperto sei società di trasporto, al servizio delle cartiere e delle società destinatarie delle false fatturazioni e dei fornitori in nero.
Tra le sette persone già condannate c'è anche Efrem Claudio Pavoni, residente nel Principato di Monaco ma domiciliato a Vobarno, in provincia di Brescia, ritenuto dagli inquirenti la figura egemone dell'associazione criminale, in quanto gestore di fatto delle società cartiere e delle imprese di trasporto, e ideatore e burattinaio del sistema su cui si reggeva la maxi frode.

Un sistema, spiegano gli investigatori, che, poteva contare anche sull'appoggio di funzionari pubblici compiacenti, tra cui un dipendente dell'Ufficio delle Entrate di Monza che, in cambio di una consistente somma di denaro, ha monitorato la posizione fiscale di Efrem Claudio Pavoni e delle società a lui riconducibili, suggerendogli poi di trasferire le proprie aziende nella circoscrizione del suo Ufficio finanziario per potergli così garantire un'efficace protezione da eventuali controlli.

Fonte: Ansa
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