Il bilancio di un anno di solidarietà
di c.f.

Da molti anni a Vobarno, presso la Casa Ermon, in via Asilo 5, opera la Caritas zonale della Bassa Valsabbia. Tanti gli interventi di aiuto, non solo materiali.

Da molti anni a Vobarno, presso la Casa Ermon, in via Asilo 5, opera la Caritas zonale della Bassa Valsabbia.
Sul giornale parrocchiale “Camminiamo la speranza” Alberta Tiboni ha tracciato un bilancio dell’attività del 2008.
Nel corso dello scorso anno è proseguita la collaborazione con la Caritas diocesana e contemporaneamente è iniziata una collaborazione con i Servizi sociali dei Comuni della zona, in modo particolare con quello di Vobarno.

Nel corso del 2008 c’è stato inoltre un avvicendamento fra i responsabili della zona, a don Faustino Sandrini, già parroco di Presegli trasferito a Palazzolo, è subentrato il parroco di Vobarno, don Giuseppe Savio.

La struttura offre i locali agli incontro degli Alcolisti anonimi che si incontrano due volte a settimana, il martedì e il venerdì, e alla comunità “Ai Rucc e dintorni” aperta al pubblico il venerdì mattina.

Inoltre opera un centro di ascolto aperto nei pomeriggi di mercoledì e giovedì. La prevalenza di persone che vi si rivolge è straniera, ma non mancano italiani, sia donne con figli, sia uomini soli. Dopo un primo colloquio si valutano le necessità e si contattano sia le Caritas parrocchiali di provenienza sia i servizi sociali dei comuni. Per le necessità più semplici si provvede alla consegna di abiti, materiale per la casa, alimenti e mobili.
Le richieste di aiuto sono aumentante rispetto all’anno precedente, in particolare riguardo alla richiesta di alimenti, che non tutte sono state soddisfatte. Per la fornitura dei generi alimentari si fa riferimento alla parrocchia di Vobarno, all’Associazione 29 maggio di Ghedi che è collegata con il Banco Alimentare e con la Caritas diocesana.

È proseguita inoltre l’attività rivolta ai malati psichici con l'accoglienza dei malati del Cps di Salò che si incontrano una volta alla settimana nei locali della Caritas.
Infine, nel corso dell’anno, sono state ospitate quattro famiglie, due tuttora presenti, formate da madre, padre e tre figli.
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