Asco Vestone «macchina da guerra»
Asco Vestone - Ghedi. Si affrontano due eserciti, uno di pianura e porcilaie, l’altro di monte e capre, che si prendono a cannonate ormai da anni, spesso contendendosi gloria e fama, e le donne che ne seguono...

Asco Vestone - Ghedi 4 - 0

Siamo qui, seduti davanti alla nostra consumata macchina da scrivere, a raccontare di una storica pagina di calcio andata in scena nel cigolante Comunale di via Mocenigo, le cui rabberciate e pluridecennali mura di cinta trasudano di battaglie che meritano di finire nei libri di scuola, e questa è decisamente fra queste. È il derby per eccellenza. Si affrontano due eserciti, uno di pianura e porcilaie, l’altro di monte e capre, che si prendono a cannonate ormai da anni, spesso contendendosi gloria e fama, e le donne che ne seguono.
Il Ghedi, preoccupantemente vicino ad essere una nobile decaduta, deve vincere per tenere in piedi la già flebile speranza di approdare al Campionato Provinciale, mentre a questa Asco Vestone, macchina da guerra come non se ne trovano in giro, una vittoria garantirebbe virtualmente di essere fra le due che ci andranno e metterebbe altro utile fieno nella stalla che porta alla vittoria dello scudetto.
Pronti via e i locali, scesi in campo meglio attrezzati in quanto a coraggio e fosforo e polmoni, ne fanno subito uno. Ne seguono altri due, frutto dello stesso albero a foglie larghe che si chiama Determinazione. Si va a bere un tè caldo sul 3 a 0 per i montanari, senza che gli spaesati ospiti venuti su dalla nebbiosa pianura, mai arrivati a mettere il naso nell’area nemica, ci abbiano capito granché.

Secondo tempo. L’Arancia Meccanica riprende a ragionare come prima e mette l’impaurito esercito nemico al muro, che ancora fatica a capire. Idem con patate: niente naso in area. Il quarto gol incornicia il valsabbino notturno capolavoro di pittura ad olio.
Tutti a casa, certi che i tre punti siano andati nel sacco dei più forti, dei più belli, dei più coraggiosi. La gente di montagna, quando sente odore di primavera in giro, prende a calci anche i cinghiali. Avversario avvisato, mezzo salvato.

Asco Vestone voto 10. Per impermeabilità difensiva, quadratura del centrocampo e furia offensiva, la bella Guance Rosse ricorda quel capolavoro di Milan che strapazzò Steaua Bucarest e Barcellona in due finali di Coppa dei Campioni nel giro di pochi anni. Anche il risultato è lo stesso. D’accordo, questa non era una finale, ma non starei qui a fare precisazioni che non tolgono nulla all’impresa. Il bacio di una donna meravigliosa è sempre un bacio di una donna meravigliosa, che te lo dia con davanti il mare o in discarica. Lingua di Velluto.

Armando Dell’Oca

La pagella dei giocatori di questa e delle altre partite giocate la potete trovare sul sito internet
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