E siamo solo all'inizio
di val.

La convenzione con l’Agenzia del Demanio, che permette all’Amministrazione comunale di Anfo e alla Comunit montana di Valle Sabbia di gestire i 500 mila metri quadrati di patrimonio storico della Rocca, risale al maggio del 2005.

La convenzione con l’Agenzia del Demanio che permette all’Amministrazione comunale di Anfo e alla Comunità montana di Valle Sabbia di gestire i 500 mila metri quadrati di patrimonio storico adagiati sulle pendici del Monte Censo, risale al maggio del 2005.
Gli unici interventi permessi prima erano stati quelli legati alla sicurezza del versante che incombeva sulla 237 del Caffaro e la pulizia del bosco che si stava ingoiando gran parte degli edifici militari abbandonati da decenni, iniziata senza tanto stare a vedere se c’erano i permessi, dall’allora sindaco Gianfranco Seccamani e da un manipolo di volonterosi del posto.

Un patrimonio sommerso

Un poco alla volta, oltre alla parte “zanardelliana” con la caserma, le scuderie e i depositi visibili dalla starda, sono ricomparse in tutta la loro maestosità le sei “batterie” Statuto, Venezia, Tirolo, Rolando, Belvedere e Anfo Superiore, l’Osservatorio e la serie di “lunette” fra i vari corpi di fabbrica.
E sono solo una minima parte di quello che è l’antica fortezza, immersa con proporzioni da iceberg nel fianco della montagna che si tuffa nell’Eridio.

Prima di tutto un collegamento al paese
L’idea che la struttura potesse tornare ad essere parte integrante della storia e dell’economia della zona, a partire da Anfo, è esplosa in tutta la interezza.
Non ci hanno pensato così più di tanto gli amministratori del piccolo centro lacustre a realizzare la passeggiata “a lago” che dal piccolo porto si sviluppa per 400 metri fino alla Rocca “bassa”.
Altri fondi della Comunità montana e del Gal sono stati impegnati per recuperare la palazzina “Corpo di Guardia”, per farne Centro di accoglienza visite e sala per periodiche mostre.
E siamo solo all’inizio.
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