Don Antonio Andreassi è «andato avanti»
di Cesare Fumana

Profondo dolore ha destato nella comunità parrocchiale di Sopraponte la scomparsa nella notte di don Antonio Andreassi, per tantissimi anni parroco della frazione di Gavardo. Lutto anche nel mondo degli alpini.

Profondo dolore ha destato nella comunità parrocchiale di Sopraponte la scomparsa nella notte di don Antonio Andreassi, per tantissimi anni parroco della frazione di Gavardo.

Ma altrettanto rincrescimento lo ha lasciato nel mondo degli Alpini, in particolare quelli della sezione di Salò “Monte Suello”, per la quale è stato per lunghi anni cappellano militare.

Uomo di grande carisma, è stato una guida preziosa per la comunità di Sopraponte, ben al di là dei compiti di pastore d’anime.

È nato a Gavardo il 12 luglio 1916 da una famiglia numerosa.
Nel 1927, a quasi dodici anni, è entrato in Seminario e il 2 giugno 1940 è stato ordinato sacerdote. Vicario cooperatore a Montirone, nel dicembre 1942 è chiamato militare come Cappellano degli alpini e nel gennaio del 1943 è sul fronte occidentale in Francia. Rientra a Sopraponte dopo il 25 aprile del 1943, ma nel gennaio del 1944 è richiamato, e con le Truppe italo-tedesche sconfina nel nord della Francia e va in cerca dei militari italiani sbandati per rincuorarli ed aiutarli.

Nel luglio del ’44 finalmente è “a baita” e nel dopoguerra viene proclamato Cappellano in borghese della Sezione “Monte Suello” di Salò. Il 5 agosto del 1945 fa il suo ingresso come Parroco a Sopraponte ove trascorre la sua esistenza realizzando molte opere tra cui il teatro S. Antonio, il campo sportivo, la trasformazione di Villa Pace in abitazioni, la Colonia sul monte Magno, la chiesetta degli alpini, non trascurando di essere presente alle manifestazioni dei Gruppi alpini della Sezione.

Dinamico, coinvolgente, disponibile, è riuscito con le sue parole ad incidere nell’animo dei fedeli il suo pensiero di pastore, amico, ex militare, alpino. Non c’è Gruppo della Sezione “Monte Suello” che non lo abbia avuto almeno una volta come celebrante la funzione religiosa della propria manifestazione e non abbia apprezzato il conciso, schietto, penetrante commento ai testi sacri, mirato a trasfondere in consigli per un vivere onesto e amorevole. Poi l’età lo ha costretto a limitare le uscite nei Gruppi, rimanendo comunque faro illuminante il panorama delle schiere alpine, che di lui ricordano sempre la giovialità, il sorriso, la stretta di mano, la parola penetrante, l’amore per la Patria e il senso del dovere.

L’aggravarsi delle sue condizioni di salute risalgono a fine gennaio, quando è stato ricoverato all’ospedale di Gavardo dove a tre ricadute sono seguite altrettante riprese, fino all’ultima che ormai il fisico debilitato non ha retto.

La salma è stata ricomposta nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Sopraponte. I funerali si terranno martedì alle 14 nella chiesa parrocchiale di Gavardo, più capiente per accogliere quanti vorranno dare l’ultimo saluto a un sacerdote che ha inciso nella vita di tante persone. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Sopraponte.
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