L’integrazione? Youbi la racconta
Si chiama Mohammed Youbi, vive a Vestone e la sua è una delle tante storie di immigrazione capaci di smontare le politiche che provocano e cavalcano la paura del diverso. Dal novembre scorso, Mohammed è diventato cittadino italiano.

Si chiama Mohammed Youbi, vive a Vestone e la sua è una delle tante storie di immigrazione capaci di smontare le politiche che provocano e cavalcano la paura del diverso. Dal novembre scorso, Mohammed è diventato cittadino italiano, ed è orgoglioso di questo passaggio.
È nato a Fes, in Marocco, 36 anni fa, il primo gennaio 1972: «In realtà sono nato in aprile - racconta -. Ma col nostro calendario ricavare giorno e mese esatti non è facile. Solo che quando sono arrivato in Italia sui documenti serviva la data di nascita, e gli uffici sancirono per convenzione il primo gennaio».

Nel ’90, a 18 anni, è partito per raggiungere l’Italia e la Valsabbia in cerca di lavoro, e da allora ha lasciato la valle solo per le vacanze, e alle lingue marocchina, araba e francese ha aggiunto un ottimo italiano e un discreto dialetto bresciano che sfoggia spesso. «Appena arrivato andai a Preseglie, dove ancora vivono mamma Mina e Hayat, mia sorella. Dopo 10 anni mi sono spostato a Vobarno, e da quattro vivo a Vestone».

In tutto 18 anni in Valsabbia, tanti quanti quelli vissuti in Marocco, il Paese in cui mantiene le radici e la cittadinanza, col doppio passaporto. Sposato con Malika, Youbi vive a Promo e ha 4 figlie: Assia di 14 anni, Hagiar di 9, Ilham di 7 e Houda che ha solo pochi mesi. E nella mattinata di sabato 29 novembre tutti insieme erano in municipio, davanti al sindaco vestonese Emanuele Corli per il conferimento della sospirata cittadinanza italiana, richiesta oltre 4 anni fa.

C’erano anche il vicepresidente dell’associazione Comunità islamica di Brescia e provincia Sami Trabulssi, alcuni componenti del Centro culturale islamico di Garda e Valsabbia, che ha sede a Vobarno, di cui Youbi è vicepresidente, e il rappresentante della Cgil vestonese. Il neo cittadino italiano, ora commerciante ma in passato operaio, fa parte sia dei Volontari ambulanza di Odolo, sia del Forum marocchino per l’integrazione» di Brescia.

Il suo commento? «Ora che sono italo-marocchino devo lavorare ancora di più sulla via dell’integrazione. Mi sento un po’ come uno dei tanti pilastri che devono sostenere quel ponte sul quale le culture si avvicinano».

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi
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