I numeri al Lotto fanno vincere
Ventinove, uno, quarantacinque. Eccoli. Ci risiamo. I numeri del bombardamento di Gavardo si sono ripresentati ancora una volta. Estratti sulla ruota di Firenze sono usciti proprio in concomitanza con le giornate dedicate al ricordo.

Ventinove, uno, quarantacinque. Eccoli. Ci risiamo. I numeri del bombardamento di Gavardo si sono ripresentati ancora una volta. Estratti sulla ruota di Firenze sono usciti proprio in concomitanza con le giornate dedicate al ricordo.

È una tradizione che dura da tanti anni. I gavardesi, ma non solo loro, in occasione dell’anniversario del terribile bombardamento sul paese che il 29 gennaio del 1945 provocò 52 vittime e decine di feriti, giocano i numeri al Lotto. Il riferimento è la data. La giocata viene eseguita preferibilmente sulla ruota di Genova, dall’iniziale del nome del paese, ma più spesso su tutte. E anche quest’anno la fortuna ha voluto - a suo modo - ricordare la terribile sorte di tanti gavardesi. Anche se su una ruota piuttosto insolita.

Le persone che giocano sono sempre numerose. Si rivolgono alla ricevitoria Datteri di piazza Marconi o a quella di piazza De Medici. «Sono sempre tanti - dice il signor Severo al banco del bar - quelli che ci sperano e che provano a giocare anche se quest’anno la ruota non era quella che ci si aspettava».

Negli anni scorsi con qualche intervallo, ma anche con una certa regolarità la dea bendata ha premiato i più costanti. La regola è mettere i numeri per tutto il mese di gennaio di ogni anno in concomitanza con l’anniversario e di solito un ambo o un terno si azzecca. Si vocifera di persone che per decenni abbiano seguito questa indicazione realizzando anche un piccola fortuna.
Ma al di là della buona o cattiva sorte delle schedine, il paese non ha mai dimenticato quella tragedia che ha distrutto intere famiglie.

«Una ferita che non si è mai chiusa - spiega l’assessore alla Cultura del paese Marco Piccoli davanti al monumento che ricorda i morti nella piazza dove un tempo sorgeva un’antica chiesa e molti edifici rasi al suolo dalle bombe - e ogni anno per non dimenticare quanto accaduto diamo vita ad una serie di iniziative che ricordino anche ai più giovani, a chi non c’era, l’orrore della guerra».

Paola Pasini dal Giornale di Brescia
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