Lavorare meno, lavorare tutti
di Ubaldo Vallini

La crisi č arrivata anche in Valle Sabbia e comincia ad essere evidente. Alla preoccupazione del mondo imprenditoriale si aggiungomo quelle di operai e sindacati. A guardar bene ci sono perň anche delle note positive.

La crisi è arrivata anche in Valle Sabbia e comincia ad essere evidente. “Siamo molto preoccupati – ci dicono dal sindacato dove giorno dopo giorno sono chiamati a gestire ammortizzatori sociali di ogni genere ed escamotage per “tenere duro” -. Calcoliamo però che crisi può significare anche nuove opportunità”. E c’è anche chi lavora.

Lavorare meno per lavorare tutti, sembra essere questo il motto, anche in Valle Sabbia, dove sembra che nessuno dei comparti produttivi possa evitare di piegarsi di fronte ai venti di crisi che soffiano con sempre maggiore insistenza.
Una settimana in cassa integrazione, quella che inizia oggi, se la “pipperanno” anche gran parte dei lavoratori del Gruppo Niboli. Il comparto siderurgico odolese (e anche i “satelliti” di Sabbio, Roè eccetera) già stanno facendo tutte le pieghe possibili con riduzioni di orario, lavorazioni notturne e festive per risparmiare sui costi energetici e via dicendo. Qualche preoccupazione in più a Gavardo per le acciaierie Mora, dove i problemi sembrano se possibile più seri che altrove.

“Girovagando” per la valle troviamo la Bm di Vobarno che entrerà in cassa con settanta dipendenti, la riduzione dei turni alla Metalfer di Roè nella quale lavorano in 120. Male i “maniglieri”: già da tempo funziona con orari ridotti e “contratti di solidarietà” la Frascio a Lavenone; la Entra di Odolo ha 40 operai cassintegrati fino a marzo; idem per 13 settimane alla FM di Piani di Mura; altrettanti sono quelli in cassa straordinaria della Rivadossi che sperano nella cassa in deroga; soffre la Ferremi che dopo averla ottenuta per 40 dipendenti la richiede per 60.

“C’è anche chi lavora e l’elenco è parecchio lungo anche questo: Omsi, Oms Saleri, Mariani, Bergomi Presse, Almici Carpenterie e via dicendo” ci dice Giuseppe Bazzoli, segretario provinciale Fim e responsabile per l’area valsabbina, che aggiunge: “La situazione è grave, nessuno lo nasconde e c’è da rimboccarsi le maniche tiutti quanti, però permettetemi di aggiungere che non possiamo rassegnarci al peggio. E’ necessario guardare anche agli aspetti positivi di una crisi come questa che si preannuncia epocale, ma che non può durare all’infinito: sono quelli legati alla formazione, alla nascita di nuove figure professionali, alla riorganizzazione delle aziende in chiave moderna. E’ l’occasione per esplorare campi nuovi, per espandere i mercati, cercare nuove opportunità di crescita, per trovarci pronti quando sarà il momento di ripartire”.
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