7 e 8 anni per l'omicidio Bonomini
Morto per lo spavento. Condannati per omicidio preterintenzionale. Angelo Bonomini, conosciuto in paese come Angilů, č stato ucciso dallo stress da aggressione. Non per le botte e le bastonate che volarono quella sera.

Morto per lo spavento. Condannati per omicidio preterintenzionale. Angelo Bonomini, conosciuto in paese come Angilù, è stato ucciso dallo stress da aggressione.
Non per le botte e le bastonate che volarono quella sera di ordinaria follia.
E per questo Riad Trabelsi e Dridi Medhi, due dei protagonisti della rissa scoppiata il 10 maggio di due anni fa tra via Quarena e via Giroli, dovranno scontare rispettivamente 8 e 7 anni di reclusione.

La sentenza di condanna è stata letta ieri dal giudice dell’udienza preliminare Silvia Milesi. Il Gup ha ritenuto sussistente il nesso causale tra il decesso del 49enne bresciano di casa a Soprazocco e la condotta dei due.
Nonostante il consulente tecnico della Procura avesse escluso una relazione tra le percosse e la morte, nonostante dall’autopsia fossero emerse evidenti tracce di alcol e droga nel corpo della vittima, il Gup ha sposato la ricostruzione secondo la quale lo spavento provocato dall’aggressione ha determinato il cedimento del suo cuore stressato.

E quindi ritenuto i due, difesi dagli avvocati Silvia Guarneri e Giuseppe Bruneo, responsabili del delitto.
La fine di Angelo Bonomini, con tutta probabilità, è maturata in contesti di spaccio di droga.
E proprio per questioni legate a questa che attorno alle 19.15 del 10 maggio 2007 AngilĂą, che era in macchina con il fidanzato della figlia della sua convivente, Lofti Jmnai, entra in rotta di collisione con Trabelsi e Medhi.

La C3 sulla quale i due viaggiano, guidata dalla fidanzata italiana del primo, affianca la Fiesta di Bonomini. Trabelsi e Medhi scendono quasi al volo e affrontano Angilù e Lofti. Armati di bastoni e di un coltello (rinvenuto più tardi dai Carabinieri di Salò in un cespuglio) cominciano a picchiare.
Angilù e Lofti rispondono, almeno fino a quando il cuore del primo regge. Il 49enne però si accascia al suolo. Mentre l’abitazione dove Bonomini viveva con la compagna prende fuoco - per cause del tutto slegate al suo omicidio - i suoi aggressori fuggono a bordo della C3 della fidanzata di Trabelsi.

La loro fuga ha i minuti contati.
Nel volgere di poco, infatti, i Carabinieri riescono a chiudere il cerchio e ad ammanettare i tre nordafricani e a denunciare per favoreggiamento la giovane.
Ieri le prime condanne e il rinvio della decisione per la ragazza. Mentre il «genero» di Angilù sarà processato a dibattimento.

pi. pra. dal Giornale di Brescia
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