Rallenta la siderurgia nostrana
di red.

Le quotazioni del rottame salgono ed il prodotto d’acciaieria si vende di meno. Una brutta combinazione di fattori per la siderurgia, anche per quella valsabbina. Fra le aziende che devono trovare rimedi ci sono anche quelle odolesi.

Le quotazioni del rottame salgono ed il prodotto d’acciaieria si vende di meno. Una brutta combinazione di fattori per la siderurgia, anche per quella valsabbina.
Fra le aziende che in questi giorni devono porvi rimedio la ferriera Valsabbia di Odolo, alle prese con una riduzione della produzione pari a circa il 40%.

La strada scelta, di comune accordo fra la proprietà e i sindacati che si sono incontrati la scorsa settimana, è stata quella di lavorare di più di notte e la domenica (per risparmiare sulla bolletta energetica) e di distrubuire la cassa integrazione sull’intera forza-lavoro, o quasi.
In pratica si lavora su due turni notturni, dalle 20 alle 2 e dalle 2 alle 8. Ogni turnista si “becca” 56 ore di Cassa integrazione al mese.

Esclusi dal provvedimento, per ora, circa un quinto di lavoratori (quelli che fanno “giornata” o che lavorano negli uffici). Salvo sorprese in meglio o in peggio, si andrà avanti così fino al 3 maggio.
Non se la passano meglio gli altri impianti siderurgici odolesi dove gli operai hanno già usufruito delle ferie e in molti casi sono costretti all’ammortizzatore sociale, almeno fin che c’è: alla Iro in pratica lavora un turno su tre, con delle difefrenze fra il laminatoio e l’acciaieria.
Alla Leali Spa in gennaio sono state chieste due settimane di Cassa ordinaria.
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