Appuntamento con Nikolajewka ...a Casto
di Ubaldo Vallini

C’erano anche Primo Zambelli, classe 1922, e Ugo Garnelli nato due anni prima, alla messa in memoria dei caduti di Nikolajewka celebrata ieri da don Diego Gabusi nella chiesetta loro dedicata a Casto.

C’erano anche Primo Zambelli, classe 1922, e Ugo Garnelli nato due anni prima, alla messa in memoria dei caduti di Nikolajewka celebrata da don Diego Gabusi nella chiesetta loro dedicata a Casto.
“Sono trascorsi esattamente 66 anni da quegli eventi, quando gli alpini hanno scritto la storia – ha detto don Diego all’omelia -. Tanti sono rimasti là ed il pensiero di tutti era alla casa, alla famiglia, alla mamma. Qui noi ricordiamo anche la Madonna del Don, che fece da madre a tutti loro”.

La piccola chiesa che si incontra salendo la Provinciale III un paio di tornanti sopra Casto, ricavata da una proprietà dei fratelli Daniele e Virgilio Gazzaroli che la donarono a don Diego, a lungo parroco di Casto, ma anche cappellano delle Penne nere valsabbine, dal maggio scorso quando è stata inaugurata è diventato luogo di culto e di preghiera, grazie al lavoro degli alpini di Casto capitanati oggi dal giovane Roberto Rossetti ed in particolare quello dell’Ardicio, dell’Amerigo e dell’Angiolino.

Due le date stabilite da don Diego quali appuntamenti fissi: il 24 maggio in ricordo della prima benedizione della chiesetta, il 26 gennaio per ricordare Nikolajewka: “Finchè avrò vita e la possibilità di esserci non mancherò, per celebrare la cultura degli esempi che ci parla di dovere, di lavoro e di rispetto delle tradizioni alpine” ha assicurato il cappellano. Che per l’occasione ha espresso un desiderio: “Una volta voglio portare quassù il generale Nerio Bianchi, che adesso ha 88 anni e che da tenente si è ritrovato a guidare gli alpini nella sterminata steppa russa, per portarne a casa il più possibile”.

Un’aspirazione, quella di don Diego, che è anche una promessa. E lui è il tipo che mantiene.
Del resto è stato don Diego a fare in modo che per l’inaugurazione della chiesetta di Casto intevenisse con tutta la sua autorevolezza niente meno che il generale Bruno Petti, comandante in carica delle truppe alpine in armi.
0126Casto017.jpg 0126Casto017.jpg 0126Casto017.jpg