Slitta l'udienza romana
di val.

Era prevista inizialmente per il 21 di gennaio, ma č stata posticipata al primo aprile la prima udienza del ricorso al Tribunale Superiore delle Acque di Roma presentata dal Coordinamento delle Pro loco del lago d’Idro, escluse quelle bagosse.

Era prevista inizialmente per il 21 di gennaio, ma è stata posticipata all’uno di aprile la prima udienza del ricorso al Tribunale Superiore delle Acque di Roma presentata dal Coordinamento delle Pro loco del lago d’Idro, escluse quelle bagosse.
“Un rinvio d’ufficio, dovuto probabilmente alla gran mole di documentazione che abbiamo presentato – ci ha detto il portavoce Aldo Armani -. Documenti riprodotti anche in formato telematico, ovviamente, che su cartaceo sommavano a circa 30 chili. E’ plausibile che il relatore incaricato dal Tribunale di vagliare tutto quanto si sia preso il tempo necessario per poterlo fare in modo esaustivo”. I tempi inizialmente ristretti previsti per la prima udienza, probabilmente, rispettavano soprattutto l’esigenza dei ricorrenti di affrettare la risposta da parte dei Comuni e della Regione Lombardia, tirati in ballo dall’azione legale.

Ricordiamo che il ricorso al Tribunale Superiore delle Acque presentato per il Coordinamento dall’avvocato Franco Mellaia e dal suo omologo romano Manfredi Bettoni, chiede l’annullamento dell’accordo di programma siglato tra la Regione Lombardia ed i comuni rivieraschi, ritrenuto lesivo degli interessi degli abitanti del lago.

E’ stato notificato alla Regione Lombardia, ai Comuni di Anfo, Bagolino, Idro, Lavenone, Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Avvocatura dello Stato, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministro dell’Ambiente, alla Provincia Autonoma di Trento, alla Provincia di Brescia, all’ENEL S.p.a., al Consorzio del Chiese di Bonifica di 2° Grado, inoltre copia del ricorso è stata inviata alla Commissione della Comunità Europea, la quale ha competenza in materia del Sic di Baitoni.

Analogo ricorso sullo stesso accordo di programma, ma con opposte motivazioni, è stato presentato dai Consorzi irrigui che temono venga fortemente ridotta la capacità del lago d’Idro di fungere da bacino di accumulo per l’irrigazione dei campi della Bassa Bresciana e dell’Alto Mantovano.
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