Arrivano i suonatori di slavine
di val.

E’ stata riaperta ieri a mezzogiorno la Provinciale 669 che da Sant’Antonio sale verso il Gaver, ma solo fino a Valle Dorizzo. Da l in su il rischio di slavine ancora troppo alto e oggi potrebbero intervenire con gli esplosivi.

E’ stata riaperta ieri a mezzogiorno la Provinciale 669 che da Sant’Antonio sale verso il Gaver, ma solo fino a Valle Dorizzo. Da lì in su, in sostanza l’ultima manciata di chilometri, il rischio di slavine è ancora troppo alto.
Proveranno a porvi rimedio gli uomini del settore della Protezione civile della Provincia di Brescia oggi, utilizzando il macchinario sperimentale prodotto da una società che ha sede in Piemonte.

L’arteria valsabbina che attraverso la Valle del Caffaro d’estate permette agli automobilisti di raggiungere la Valle Camonica, era stata chiusa un paio di giorni fa alla “progressiva chilometro 11+700”, in sostanza all’altezza della circonvallazione bagossa.
A causa dell’intensa nevicata che imperversava da 24 ore almeno, martedì mattina il canalone di “Dores” ha scaricato sull’asfalto qualche cosa come 5 mila metri cubi di coltre bianca.

Poco ci è mancato che la slavina coinvolgesse uno dei mezzi spazzaneve della ditta Salvadori Costruzioni, il Defender dei carabinieri bagossi e il fuoristrada di un addetto della Sat. Tre mezzi che diffatti erano rimasti bloccati a monte dello smottamento.
Solo la sera, dopo ore e ore a “tagliare” la la neve avevano potuto far rientro nei garage ed in caserma.

Il sopralluogo in elicottero
del mercoledì, ed un’ulteriore analisi effettuata dai tecnici ieri mattina, ha messo in evidenza una situazione ancora di grande rischio, soprattutto in località “Spargat”, “La Grisa” e “Campras”, fra Valle Dorizzo e la Piana del Gaver.
“In quota ci sono ancora ingenti masse di neve pronte a scendere lungo quei canaloni e ad invadere la strada. Troppo pericoloso permettere il passaggio lì sotto ai veicoli di qualsiasi genere” era stato detto dopo le valutazioni dei tecnici.

Allo stesso tempo, l’idea di aspettare che le slavine scendessero da sole aveva cominciato a preoccupare non poco gli operatori turistici, per il rischio di perdere la possibilità di aprire gli impianti sciistici nel prossimo fine settimana.
“Avremmo preferito intervenire già nella giornata di giovedì – ci ha detto l’assessore provinciale Corrado Scolari – Lo faremo domani (oggi per chi legge), con l’obiettivo di permettere l’apertura della strada fin dalla mattina del sabato”.

L’idea è quella di intervenire dove l’accumulo precario di neve è più consistente con una sorta di campana appesa sotto ad un elicottero.
Al posto del batacchio, questo strumento, è in grado di far risuonare una buona quantità di gas, facendolo esplodere. Grazie anche all’amplificazione sonora propria delle forme campaniformi, tale detonazione sarebbe in grado di provocare il distacco delle masse nevose.

Eccoti inventato il suonatore di slavine, insomma.
Si tratta di un sistema sperimentale e le valanghe sono avvisate: in un prossimo futuro se non scenderanno da sole rischieranno una bella suonata.
Lo stesso sistema verrà utilizzato anche per far precipitare la neve che ancora incombe su Lozio.
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