Ancora isolato il Gaver
di Ubaldo Vallini

Troppo rischio ancora e 669 per il Gaver, resta chiusa. Ad imporre la misura precauzionale un sopralluogo degli espertiche ieri pomeriggio hanno sorvolato la zona a bordo di un elicottero della Regione.

Troppo rischio ancora e la Provinciale numero 669 per il Gaver, “visitata” nella mattinata di martedì scorso da un’imponente slavina, rimane ancora chiusa. Ad imporre la misura precauzionale un sopralluogo degli esperti che ieri pomeriggio hanno sorvolato in elicottero tutti i siti ritenuti “a rischio” dal settore della Protezione civile della Provincia di Brescia. Per risoplvere la situazione i responsabili non escludono di tentare oggi un “esperimento” utilizzando speciali apparecchiature a gas compresso.

Ricognizione in elicottero.

Con il mezzo aereo della Regione Lombardia, che è riuascito a levarsi in volo non senza difficoltà a causa della fitta nebbia che per quasi tutta la giornata ha imperversato alle quote più basse, sono saliti ad esplorare le montagne bresciane il nivologo bergamasco Federico Rota che da alcuni anni viene incaricato dalla Provincia del monitoraggio ambientale e l’ing Roberto Antonelli, che possiede la stessa qualifica e che è un tecnico “interno” all’amministrazione provinciale.
“Rota e Antonelli hanno potuto appurare che i bacini di accumulo neve in quota sono ancora molto carichi, in alcuni casi lo strato di neve pronto a precipitare a valle arriva a due metri – ci ha detto l’assessore Corrado Scolari, che rimane in costante collegamento con i suoi uomini -. Impensabile quindi riaprire al transito le due strade attualmente chiuse: quella che sale al Gaver e quella che raggiunge Crocedomini dall’altra parte, la Sp 245, chiusa fra Campolaro e Bazena perché la montagna ha già scaricato neve e sappiamo che ha tutta l’intenzione di ripetersi”.

Previsioni della Protezione civile.

Consigli da tenere in debita considerazione. Le previsioni del settore della Protezione civile della Provincia di Brescia, infatti, sono fra quelle tecnologicamente più avanzate di tutta la regione Lombardia.
“Alcuni anni fa abbiamo individuato i 22 siti di distacco neve che rischiano di coinvolgere strade o abitazioni e i più importanti li abbiamo studiati a fondo avvalendoci di modelli utilizzati inSvizzera – ci ha detto ieri il funzionario Gian Maria Tognazzi che è il “Bertolaso” provinciale -. Per ogni sito, che teniamo costantemente monitorato per tutto l’arco dell’anno, abbiamo predisposto diversi scenari distinti in base alla quantità e qualità delle precipitazioni, alla temperatura e via dicendo. Ora, quando capita un evento meteorologico, come la precipitazione nevora dell’altro giorno, siamo in grado di indicare ai cantonieri, alla Polizia Provinciale e ai nivologi cosa ci si può attendere sul terreno”.

Un modello matematico
.
Una sorta di modello matematico quello che viene utilizzato, insomma, che viene aggiornato ed affinato ogni volta che una slavina decide di cedere alla forza di gravità.
E il “modello” ha indicato che rimane ancora alto il rischio di smottamenti nevosi su tutto il tratto di strada che sale la valle del Caffaro dopo Bagolino, che rimane perciò chiusa a partire dalla circonvallazione bagossa.
Resta così isolato anche Valle Dorizzo, almeno fino a oggi, anche se i canaloni che minacciano peggio cose sono soprattutto quelli di “Spargas”, “La Grisa” e il “Campras”, che si trovano tutti dopo la contrada “O sole mio” che chiude la fila di case della frazione bagossa.

La strada rimane chiusa a tutti.

Ieri non sono saliti lassù nemmeno i mezzi della ditta Salvadori Costruzioni, che hanno vinto l’appalto per la manutenzione di quella strada da Sant’Antonio in su: sono rientrati tutti in sede martedì sera dopo aver “tagliato” la slavina di “Dores” quel tanto che è servito a far rientrare la loro pala e il Defender dei Carabinieri, mezzi che a causa della grande valanga erano rimasti isolati dal resto del mondo asfaltato.
0122Gaver12.jpg