«Noi siamo i tre Re»
di val.

Non una tradizione solo valsabbina, ma soprattutto in Valsabbia viene praticata e in quasi tutti i paesi. E’ il canto della Stella, che nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio risuona in ogni contrada, da Ponte Caffaro a Vobarno.

Non è una tradizione solo valsabbina, ma soprattutto in Valsabbia viene praticata e in quasi tutti i paesi.
E’ il canto della Stella, che nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio risuona in ogni contrada, da Ponte Caffaro a Vobarno, senza tralasciare le valli laterali ed escludendo solo Bagolino, universo di tradizioni particolari dove in questo periodo già iniziano a pensare al loro famoso Carnevale.

Avviene così: un gruppo di cantori con mantello e cappellaccio nero, quando la sera si fa buia, si riunisce all’inizio del paese e comincia a cantare, accompagnando per le vie una stella costruita artigianalmente ed illuminata da dentro, quasi sempre in grado di girare su se stessa durante l’esecuzione del canto.
Simboleggia il viaggio dei Re Magi venuti dall’Oriente per adorare Gesù. “Noi siamo i tre Re...”, comincia così il testo più diffuso, ma non mancano numerose le eccezioni. Il canto di Capovalle, ad esempio è molto diverso dagli altri, tanto che uno molto simile lo si ritrova solo a Molfetta in provincia di Bari, mentre quello che risuona nel Savallese, fra Mura, Casto e le sue frazioni, sembra derivare addirittura da un testo germanico ed ha per titolo “Lode sopra i tre Magi”.

L’appuntamento con i cantori valsabbini, è fissato come da tradizione per la serata del 5 gennaio.
Quest’anno però il calendario permetterà alcune “deroghe”: a Casto, ad esempio, i cantori saranno impegnati sabato 3 ad Auro e Briale, domenica 4 a Famea e Comero, il 5 fra Casto e Malpaga.
E’ stato calcolato dagli esperti che in media le “Compagnie della Stella” si esibiranno una trentina di volte, alternando l’esecuzione dell’inno alle ritempranti soste con vin brulè e brodo di gallina, per concludere il tutto, assai spesso, con una quanto mai gustosa polenta taragna preparata dagli immancabili volontari del paese.

Sarà insomma un’impresa faticosa, ma quantomai “aggregante”. Lo storico vobarnese Fabrizio Galvagni, autore di alcune pubblicazioni dedicate al Canto della Stella, ha scritto che “alcuni gruppi in certi anni sono arrivati (e ancora arrivano) a ripetere il canto anche settanta, ottanta volte, visitando le contrade più sperdute e terminando quando ormai cominciava ad albeggiare”.
1231StellaBarghe.jpg