L'attenzione non è mai troppa
di Cesare Fumana

Anche da noi sta prendendo piede, se non proprio la “moda” di far scoppiare botti, almeno quella dei fuochi artificiali, che se da un lato sono spettacolari, danno il segno della festa, dall’altra sono sempre strumenti da maneggiare con cautela.

Nel 2003 era la «bomba Lecciso», prima era stato il «botto Maradona», e poi la «testa di Bin Laden»: quest’anno invece il botto «dei sogni» per i cittadini partenopei, particolarmente legati alla tradizione dei botti di Capodanno, è dedicato all’attaccante argentino del Napoli e si chiama «la testa di Lavezzi». Nomi evocativi tra gossip e cronaca, ma che mai fanno riferimento alle vittime che si lasciano dietro.

Anche da noi sta prendendo piede, se non proprio questa “moda” di far scoppiare botti, almeno quella dei fuochi artificiali, che se da un lato sono spettacolari, danno il segno della festa, dall’altra sono sempre strumenti da maneggiare con cura e con tutte le cautele del caso.

Giornali e televisioni sono prodighi in questi giorni di consigli in tal senso e anche le forze dell’ordine sono attive in questo periodo sul fronte della prevenzione, anche per evitare l’utilizzo di materiale illegale e clandestino, il fai da te, che solo lo scorso anno ha provocato in tutta Italia 480 feriti ed un morto. E le vittime sono in larga parte giovani tra gli 11 e i 14 anni: per questo i primi a vigilare devono essere gli adulti, per evitare che occhi, dita, mani, addirittura la vita stessa corrano pericoli inutili, per evitare che un momento di festa si trasformi in tragedia.

L’attenzione va poi estesa anche ai giorni successivi dove non di rado per le strade vi sono ancora resti di petardi, fuochi e botti non esplosi, che diventano davvero pericolosi.

Con le dovute attenzioni, buona fine d’anno!
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