A scuola con gli «altri»
di Ubaldo Vallini

Risorse dagli enti locali, organizzazione scolastica adeguata, competenze specifiche e volontariato. Affrontare le massiccia presenza di alunni stranieri possibile. Lo dimostra l’esempio dell’Istituto comprensivo di Vobarno.

Risorse dagli enti locali, organizzazione scolastica adeguata, competenze specifiche e volontariato. Affrontare le problematiche che inevitabilmente sorgono quando la presenza di alunni extracomunitari è massiccia si può.
Lo dimostra l’esempio dell’Istituto comprensivo di Vobarno che registra alla scuola dell’Infanzia una presenza di figli di immigrati pari al 76%.
Un dato parziale, se il riferimento è popolazione vobarnese. Sono infatti circa 80 i pargoli che iscritti nelle materne “paritarie” di Vobarno, Pompegnino, Carpeneda e Collio, con percentuali minime di extracomunitari.

“Facendo le debite proporzioni alla fine la presenza di bambini stranieri nelle scuole vobarnesi è percentualmente simile a quella della maggior partre delle realtà scolastiche bresciane – tiene a precisare la dirigente scolastica Itala Cabrini -. Tant’è vero che alla Primaria (elementari) la percentuale si aggira intorno al 31% e alla Secondaria di primo grado (medie) siamo al 25%”.
“Questi numeri, ad ogni modo, da anni ci obbligano a gestire il fenomeno. Un impegno che inizialmente è stato affrontato come un’emergenza e che ormai è arrivato a produrre un’organizzazione scolastica adeguata alla circostanza” aggiunge.

Non per nulla Vobarno è la sede del Cti 4 (Centro Territoriale Intercultura numero 4, su 9 provinciali) per il quale è stata distaccata un’insegnante che si è formata sul campo e in aggiornamenti specifici, Alba Scattorelli, che può contare su un’equipe di psicopedagogisti e di mediatori culturali per affontare le tematiche dal punto di vista della formazione degli insegnanti, ma anche nell’affrontare casi specifici di singoli alunni, di gruppo o di classe.
Quando è ritenuto necessario, grazie al sostegno degli Enti locali, si riesce ad utilizzare anche l’“arma” dell’insegnante aggiuntivo per periodi più o meno lunghi.

Ovviamente questa “macchina per risolvere problemi” risulta utilissima anche quando ad aver bisogno di sostegno non sono i figli di extracomunitari, ma anche vobarnesi doc.
Il volontariato dicevamo: è quello che da almeno cinque anni prende ad agire quando la scuola chiude, durante le vacanze estive: “E-state insieme” chiamano l’iniziativa, che si preoccupa di strutturare occasioni stimolanti, culturali e di socializzazione, per queli bambini che hanno voglia o bisogno di continuare a stare insieme.
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