Un arresto a Sabbio Chiese
Sequestra un ragazzo ed una ragazza, li rapina poi violenta lei. I carabinieri lo identificano e lo arrestano a casa sua, con la refurtiva. Il tutto in poche ore. E' accaduto fra Cunettone e Sabbio chiese nella notte fra sabato e domenica.

Il dramma è cominciato all 4 e 25 della notte fra sabato e domenica scorsi nel piazzale dell’H24, locale che si affaccia sulla strada a Cunettone.
Era chiuso da un paio d’ore almeno, però lì davanti i due amici, un giovane di 25 anni ed una ragazza di 23, avevano parcheggiato la Ford Focus di lui. I carabinieri non forniscono altri particolari: dicono solo che fanno parte di una compagnia di giovani affiatati che avevano trascorso la serata e parte della notte in un locale cittadino.

Lui è salito alla guida, lei di fianco: “ti porto a casa e dopo vanno a nanna anch’io” era l’intesa.
D’improvviso però si spalanca la portiera posteriore e un giovane sale: afferra da dietro la ragazza e le fa brillare sotto la gola un coltello da cucina: “datemi i soldi e i cellulari” dice una voce decisa.
Impauriti i due consegnano tre telefonini e i due portafogli che però contengono troppo poco per gli appetiti del rapinatore: cento euro in tutto.

Guida che andiamo a cercare un bancomat, l’intimidazione, col coltello fisso alla gola di lei. In questo mdo il terzetto raggiunge la Valle Sabbia. A Roè la prima sosta allo sportello della Valsabbina: “scendi e non fare scherzi, sennò la sgozzo”. Il forziere però non vuol saperne di erogare contanti.
Lo stesso accade a Vobarno, inizialmente il rapinatore non ci crede, poi se ne rende conto di persona.
“Allora portatemi a Sabbio che devo consegnare la coca a un tizio” intima brandendo la lama.

Fornendo le indicazioni all’autista, che non conosceva la zona, in auto infilano la stradina che porta al parco della Fratta. Intanto dal portafogli di lui cadono due profilattici e al malvivente viene l’idea: “non mi date soldi? Allora mi faccio la ragazza”. Il diversivo arriva quasi subito e il 25enne trova il coraggio di reagire: sulla strada fra i campi incontrano un auto, si blocca in mezzo, apre la portiera ed esce, chiede aiuto. L’autista dell’altra auto si impaurisce e, invece che fornire soccorso, si da alla fuga.
Il giovane però è deciso: prende a correre, scappa. L’altro molla la ragazza e gli va dietro brandendo il coltello. Non lo raggiunge, torna indietro.
La giovane è troppo scioccata per reagire a sua volta e fuggire. Il malvagio la riblocca.
Preso dalla foga si infila il preservativo e la violenta: "ho dovuto scegliere se vivere o sopportare" racconterà più tardi fra le lacrime.

L’altro a gambe levate arriva in una casa nei pressi dell’area artigianale della “Vela”, gli aprono, parte la chiamata al 112. Di pattuglia proprio i militari di Sabbio Chiese al comando del maresciallo Massimo Rosina. Accorrono prontamente prima loro, da Salò intanto il capitano d'Imperio invia rinforzi. Portano il ragazzo in caserma e si fanno raccontare tutto. Dopo aver aggiunto al sequestro lo stupro, il degenerato si fa portare in auto dalla ragazza fino alla rotonda di Sabbio e poi riminaccia: “tu adesso vai verso Salò, non ti fermi e non dici niente a nessuno, sennò ti ammazzo. Io scendo qui”.

Ad incontrare la Focus e a soccorrere la ragazza è l’equipaggio dei carabinieri salodiani che incrocia verso Vobarno, fermato con lo sfarfallio di fari. Quando i due ragazzi sono insieme nella caserma di Sabbio il quadro dei fatti prende completezza, resta da individuare l’autore dell’efferatezza.
“Dunque: giovane, marocchino, con un giubbino dal collo di pelliccia… se vi ha fatti venire qui ed è scappato a piedi…”. Lui ricorda poco, a lei, sollecitata dal maresciallo, viene in mente quella cicatrice sul mento.

Benedetto il controllo capillare del territorio nel quale i carabinieri sono maestri. Quell’ultimo particolare è fondamentale, dopo poche foto segnaletiche eccolo lì, è lui.
Abita a Sabbio ed ha 28 anni, il fetente, faceva il muratore una volta, da qualche tempo non lavora, con precedenti di polizia. Lo vanno a prendere direttamente a casa dove trovano anche la refurtiva, compreso l’unico preservativo rimasto. Lo arrestano e l’accusa è pesante, c’è però da raccogliere le prove.
Così, prima di portare la ragazza in ospedale per i necessari accertamenti, i militari si fanno accompagnare sul posto dello stupro. Lì trovano anche il materiale compromettente che certifica l’abominevole abuso: se ne occuperanno i Ris di Parma.

Non è finita ancora: nella notte, dai colleghi del lago, arriva un’altra segnalazione: “ all’una, davanti ad una birreria di Moniga, due ragazzi sono stati rapinati: il giovane è salito sull’auto di diwetro, ha puntato il coltello, si è fatto consegnare soldi e cellulari, oltre che un costoso giubbino alla moda”. Veloce il riconoscimento dalla foto segnaletica: aveva già colpito là.
Si chiama Rajy Salah Eddine, è un mostro. E qui la razza non c’entra: i primi a sperare che rimanga dentro per un bel pezzo sono i marocchini della zona.

Ubaldo Vallini
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