Il pediatra? No grazie
di Ubaldo Vallini

“Peso čl tacňn del buso” si direbbe in veneto. E’ possibile anche in materia di sanitŕ? Sono convinte di sě un gruppo di mamme di Bagolino: finalmente arriva il pediatra, ma a Nozza. Troppo distante dicono, e non lo vogliono.

“Peso èl tacòn del buso” direbbe un veneto, peggio il rattoppo che il buco è la traduzione.
E’ possibile anche in materia di sanità? E’ convinta di sì una mamma di Bagolino, due figli di 3 e di 10 anni.
Raccolte anche le voci di un buon numero di “colleghe” che la pensano come lei, ha deciso di raccontarci di un disagio che deriva proprio dal tentativo di soddisfare un bisogno.

Un paradosso. “Non abbiamo mai avuto un pediatra che si curasse dei nostri figli, ci siamo sempre rivolte allo stesso medico che ha in cura il resto della famiglia. E ci siamo trovate bene – spiega la donna -. La novità è recentissima: l’Asl ha individuato due pediatre che, con base a Nozza, devono occuparsi dei bambini degli undici paesi dell’alta Valle Sabbia. Così, di punto in bianco, la dottoressa Cadoria ci ha fatto sapere che per un giorno la settimana una di loro salirà a Bagolino. Ci siamo lamentate ed abbiamo ottenuto solo un “forse i giorni saranno tre” e poi? Ve lo immaginate, magari con le strade ghiacciate, dover fare trenta chilometri per portare i nostri figli ad una visità? Per non parlare di chi l’auto non ce l’ha e il viaggio sarebbe costretta a farlo in pullman, o delle eventuali emergenze. Il 118? I nostri volontari sono bravissimi, ma nessuno di loro è medico”.

“Insomma: la carta dei servizi dell’Asl garantisce il servizio a domicilio e l’intervento d’urgenza nel minor tempo possibile” taglia corto la mamma con fare bellicoso: “Noi chiediamo il pediatra quattro giorni a settimana. Ci sta, visto che fra Bagolino e la frazione Ponte Caffaro i bambini da 0 a 6 anni sono 252. Oppure che ci lascino in pace col nostro medico di medicina generale: ci sono il dottor Begliutti e il dottor Fiore che possono continuare ad occuparsi dei nostri figli come hanno sempre fatto”.
Più chiaro di così.

Per approfondire i termini della questione, e verificare la possibilità di un’intesa fra l’Azienda sanitaria e le mamme sul sentiero di guerra, ci siamo rivolti direttamente al direttore sanitario dell’Asl bresciana.
Si chiama Francesco Vassallo e la realtà bagossa la conosce bene, avendola amministrata nel ruolo di sindaco per 15 anni: “Quella delle mammme di Bagolino è una richiesta legittima, so bene cosa possono rappresentare i nove chilometri necessari per raggiungere sant’Antonio – ci dice -. Però la norma prevede almeno per i bambini da zero a sei anni l’affidamento ad un pediatra. Fra i sei e i 14 anni, poi finisce l’età pediatrica, è possibile optare per il medico di medicina generale”.

Pediatri di “libera scelta”
li chiamano, pensa un po’.
Se ce n’è uno solo però ti tieni quello. “La legge insiste sull’obbligatorietà mica per niente – aggiunge Vassallo -. E’ per fare in modo che il servizio venga utilizzato. Ve lo immaginate lo spreco altrimenti, con i pediatri a disposizione nessuno che ci va?”.

E per i trenta chilometri fra Bagolino e Nozza?
“Ci abbiamo già pensato: questo lunedì (oggi per chi legge), su mio mandato, la direttrice del Distretto della Valle Sabbia dottoressa Fiorella Cadoria incontrerà le due pediatre in questione. Ha il compito di verificare la loro disponibilità ad aprire l’ambulatorio pediatrico a Bagolino capoluogo per almeno tre giorni la settimana” ha assicurato. “Può essere che le due dottoresse decidano di fare diversamente, che preferiscano centralizzare la loro azione a Nozza. Non lo possiamo sapere oggi – ha aggiunto -. Una cosa è certa, senza l’ambulatrorio aperto tre giorni la settimana saremmo costretti a prendere in considerazione per le famiglie di Bagolino una deroga all’obbligo di scegliere il pediatra. Non che sia semplice da ottenere, ma prenderemmo quella strada”.
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