Amore e narcisismo covert
di Jessica Urietti

Nel film “Primo Amore” di Matteo Garrone (2004), si racconta una storia d’amore realmente accaduta e anche molto attuale


Il film è molto attuale soprattutto se si pensa che Sonia, una ragazza molto fragile e molto insicura di sé, ha un appuntamento al buio con Vittorio, un ragazzo che, contrariamente a lei, è molto sicuro di sé e sa bene che cosa deve avere (e soprattutto come deve essere) la donna dei suoi sogni: magra!

Sonia era, come definisce lui, dieci chili in più di come l'avrebbe voluta.
Lei, però, si innamora e si sottomette a lui dimagrendo sempre di più, fino ad arrivare ad avere una crisi in un ristorante perché voleva mangiare. Questa cosa arriverà alla fine, inaspettatamente, ad uccidere Vittorio.

Questo film di Garrone si ispira ad una storia vera: quella di Marco Mariolini che era attratto da donne estremamente magre, addirittura anoressiche.

Per curiosità sono andata a cercare informazioni su un crimine realmente accaduto, trovando un’intervista al “Cacciatore di anoressiche” cioè Mariolini, che mi ha fatto venire i brividi per come racconta della sua vicenda, in modo così tranquillo, quasi menefreghista sotto tanti aspetti.
Mariolini, prima di commettere quel crimine, ha scritto un libro dove racconta la sua ossessione per le donne veramente magre. Vittorio, allo stesso modo, è menefreghista: basti solo pensare che ha portato una persona che “amava”, termine non corretto, a non mangiare più e quasi alla morte.

Cercando notizie, ho anche letto di come la personalità di Mariolini sia complicata a livello psicologico e a livello psichiatrico.
Si può notare un po’ di attualità nella storia, come il fatto di rendere una persona succube di qualcuno.
Sentendo le notizie di cronaca collegate alle violenze sulle donne, secondo me Vittorio è narcisista. Questa personalità, infatti, vuole per forza avere il controllo sulla persona che “ama”, in modo che faccia tutto ciò che egli vuole, tanto che, se questa non lo fa, la sua reazione può sfociare in violenza come nel caso di Mariolini.

Sono andata ad un evento della dottoressa Roberta Bruzzone che mi ha chiarito le idee e mi ha fatto scoprire cose nuove in merito.
Si è parlato molto di due tipologie di narcisismo: l’overt che si riconosce fin da subito, e non è pericoloso; covert, invece, come in questo caso, che è molto bravo a nascondere le sue intenzioni, assicurandoti che sia la persona migliore che tu abbia conosciuto e curandoti con tutto quello che vuoi o che ti serve in caso di necessità.

Nella fase di “innamoramento”, che dura circa un anno e mezzo, si attivano nella vittima alcuni ormoni (dopamina, ossitocina, serotonina) più le endorfine, che il “covert” è bravo a non far affievolire: ed è proprio questo che la porta a non chiudere la storia, perché il carnefice, oltre ad essere narcisista, è anche manipolatore.

Si può aiutare la vittima tramite l’amicizia o la famiglia, ricordandole di come fosse prima di innamorarsi; quindi, è possibile uscire da un amore tossico: dipende dalla vittima, se vuole cambiare o no.

Ho provato ad immedesimarmi in Sonia, e penso che se una persona, in un determinato momento, è debole, è facile che caschi in questo tranello. Se, invece, una persona è sicura di sé, è capace di rendersene conto ed uscire dalla situazione.

Nel film, rispetto alla reale vicenda, in un momento d’ira è però Sonia ad uccidere Vittorio: prende un attizzatoio e lo colpisce in testa. Garrone (regista del film), io penso, volesse sottolineare che è possibile uscirne, anche se molto difficilmente.
L’amore a volte ti cambia, ahimè anche in negativo: si può arrivare a cambiare pure il proprio aspetto per piacere ad una persona o addirittura esserne succube come è successo a Sonia.

Grazie alla dottoressa, ho anche capito che il narcisista sceglie una professione “in divisa” per sentirsi più importante e non perché gli piaccia aiutare gli altri o perché sia il proprio sogno nel cassetto.
L’unica cosa che ho notato è che, molto diversamente dal narcisista tipico, Mariolini (il protagonista) sa e si è reso conto di ciò che voleva fare e che ha fatto, mentre di solito i narcisisti non se ne rendono pienamente conto.

Prima dell’incontro avevo molti pregiudizi sia verso la vittima che verso il carnefice; quindi, mi è stato molto d’aiuto. Mentre il film ha confermato il detto “il troppo stroppia”, perché l’ “amare troppo” non è mai la cosa giusta.

Vittorio alla fine impazzisce perché si è reso conto che Sonia può vivere senza di lui in modo migliore, soprattutto, migliorando la sua vita, e per Vittorio questo sarà letale.

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