Contributi regionali agli allevatori di api
di red.

Fin da bambini ci viene insegnato l’importanza delle api per l’impollinazione, un ruolo centrale per l’equilibrio dell’ambiente e il mantenimento degli ecosistemi. Ecco le misure a sostegno del settore apicolo da parte della Regione

Fin da bambini ci viene insegnato l’importanza delle api per l’impollinazione, un ruolo centrale per l’equilibrio dell’ambiente e il mantenimento degli ecosistemi. La moria di sciami della primavera scorsa ha fatto suonare un campanello d’allarme con la ricerca delle cause che ha portato a fine settembre alla firma di un decreto del Ministero della sanità per fermare all’utilizzo dei concianti insetticidi del mais, ai quali è stata imputata parte della responsabilità del fenomeno.

Per venire incontro alle esigenze di questo comparto, di dimensioni economiche contenute, ma con un’importanza indiscussa, la Regione Lombardia ha varato una serie di misure a sostegno degli allevatori e delle associazioni di categoria. Misure dirette ad accrescere la professionalità degli operatori tramite una più qualificata assistenza tecnica da parte delle associazioni di categoria, favorire il ripopolamento degli alveari e razionalizzare l’esercizio del nomadismo apistico. Tre obiettivi da inquadrare nel più generale Piano apicolo triennale 2008-2010.

Questo impegno assunto dalla Regione Lombardia acquista un significato ben preciso, specie se contestualizzato nel quadro non facile con cui il comparto si è trovato a fare i conti a partire dalla primavera di quest’anno, a causa del forte depopolamento degli alveari che ha interessato tutta Italia, con picchi al Nord. A fine settembre, lo stop del Ministero della sanità all’utilizzo dei concianti insetticidi del mais, ai quali è stata imputata parte della responsabilità del fenomeno poiché ritenuti dannosi al sistema nervoso degli insetti, che contribuirebbero a inibire dal punto di vista delle capacità di orientamento e di volo. Un fattore. Non l’unico. Molto infatti dipenderebbe dallo stato sanitario degli apiari e, più in generale, da una loro non corretta gestione da parte degli operatori. Ecco allora perché insistere sul doppio binario della conoscenza tecnica e dell’aggiornamento delle attrezzature.

Non a caso, dunque, la prima misura del piano annuale di attuazione 2008-2009 riconosce contributi fino al 90% alle associazioni di produttori impegnate sul fronte dell’assistenza tecnica e delle attività di divulgazione. Associazioni, cooperative e consorzi si devono far promotori di progetti innovativi volti ad accrescere il know-how della categoria.

Sono apicoltori singoli invece i beneficiari delle altre due azioni previste dal piano 2008, con contributi regionali fino al 50 per cento nel caso di investimenti sulla razionalizzazione della transumanza, in particolare per l’acquisto di attrezzature utili all’esercizio del nomadismo, con un massimo ammissibile per singolo beneficiario di 5mila euro, e contributi fino al 40 per cento per l’acquisto di sciami e api regine (massimo ammissibile per singolo pari a 3mila euro).

Fonte Regione Lombardia
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