Un incontro critico sulla «riforma Gelmini»
di Cesare Fumana

La questione calda della “riforma Gelmini” della scuola primaria stata al centro di un incontro organizzato dal circolo del Pd di Gavardo lo scorso gioved sera. Ovviamente molto critici sul tema i relatori.

La questione calda della “riforma Gelmini” della scuola primaria è stata al centro di un incontro organizzato dal circolo del Pd di Gavardo lo scorso giovedì sera, nel quale in qualità di relatori sono intervenuti Mario Falanga, dirigente scolastico del liceo “Bagatta” di Desenzano del Garda, e Giampaolo Comini, che ha lasciato da pochi mesi l’incarico di dirigente scolastico della scuola media di Manerba.

La serata è stata condotta da Maurizio Abastanotti, insegnante della scuola primaria. Un incontro molto partecipato: tanti gli insegnanti ma numerosi anche i genitori che volevano saperne di più su questa riforma della scuola. I due relatori sono stati ovviamente molto critici sulla nuova legge, che secondo Falanga lascia al momento anche molta incertezza.

Ha illustrato brevemente come cambieranno i “tempi scuola” che prevedono come base le 24 ore settimanali (di cui due di religione) e come opzionali, a richiesta delle famiglie (ma con l’incognita degli insegnanti a disposizione) modelli temporali a 27, 30 e 40 ore (quest’ultimo con 10 di mensa). Ma per avere un’idea più precisa bisognerà aspettare i decreti attuativi, previsti per fine anno.

Ha rincarato la dose il prof. Comini che si chiedeva: «A parte il taglio di 8 milioni di euro in tre anni, prima motivazione della legge, non era forse meglio partire da una riforma delle scuole superiori, dove da trent’anni si fanno tante sperimentazioni ma nessuna riforma seria? Sugli organici – ha poi proseguito – si può ragionare; ci sono diversi modelli organizzativi: per esempio il modello bresciano con la rotazione di tre insegnanti è più economico di quello milanese che ne prevede due per classe, ma la riforma è stata calata completamente dall’alto, senza nessuna discussione con il mondo sindacale, della scuola e i rappresentanti dei genitori.

Per Comini anche certe norme sbandierate come novità non lo sono affatto, a cominciare dall’Educazione civica e alla cittadinanza, già presente dal 1979, ma ribadita anche nella recente riforma Moratti. «E per quanto riguarda il tema del “bullismo” – si domandava ancora Comini -? Si risolve con il 5 in condotta?».

A parte la questione dell’orario ridotto, condizione per diminuire il personale docente e ausiliario, ciò che è stato oggetto di spiegazioni dalla gente presente in sale è quale idea della scuola sottende la riforma. Il prof. Falanga, a tal proposito, è stato molto esplicito: «C’è una pedagogia di fondo che vede la scuola esclusivamente come atta a trasmettere il sapere. E l’educazione? Gli altri aspetti problematici dei bambini? E le necessità delle famiglie di oggi dove entrambi i genitori lavorano? Infine – ha proseguito il preside – la pluralità dei docenti è una conquista, permette al bambino di avere insegnanti più qualificati nelle diverse materie».

Anche l’insegnante Maurizio Abastanotti ha evidenziato come la legge faccia un preciso rimando alla famiglia nelle scelte dei tempi scuola, ma si domandava anche alla luce della sua esperienza recente dove si è occupato di alunni con famiglie problematiche alle spalle, che le famiglie di oggi non sono quelle degli anni 50.

Una riforma, hanno ribadito i relatori, che fa tornare indietro l’orologio dei metodi e dei modelli di insegnamento di 50 anni, con la pedagogia che nel frattempo si è evoluta anche per adattarsi alla complessità della società del nuovo millennio. Cose che la legge, secondo gli interventi, sembra non tener conto.

Nel corso della serata è stato inoltre illustrato il progetto della nuova scuola elementare di Gavardo.
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