«Pagheranno soltanto i nostri figli»
Con il desiderio di contribuire affinchè possa svilupparsi un sano dibattito sullo stravolgimento che presto subirà la scuola primaria italiana, pubblichiamo la lettera di una mamma che leggendo i testi delle leggi ha fatto 2+2.

Con il desiderio di contribuire affinchè possa svilupparsi un sano dibattito sullo stravolgimento che presto subirà la scuola primaria italiana, pubblichiamo la lettera di una mamma che leggendo i testi delle leggi ha fatto 2+2. (val.)

Sono la mamma di due bambini piccoli (6 e 3 anni). Come credo tutti i genitori, sto seguendo con molta apprensione il dibattito sulla scuola.
Sui giornali o in televisione nessuno, leggi alla mano, ha spiegato realmente cosa succederà. Allora ho ritenuto opportuno reperire i testi di legge: D.L 133; D.L.137; il Piano programmatico del Ministero dell’istruzione, la mozione Cota sull’inserimento degli studenti stranieri. Non è un’operazione complicata: il sito del Ministero è di facile accesso. La loro lettura mi ha chiarito perfettamente che cosa succederà alla scuola e se prima ero preoccupata, ora sono atterrita.

Il comma 6 dell’art.64 della legge 133/2008 afferma che occorre ricavare dalla scuola una economia di spesa pari a 8 miliardi di euro. Queste poche righe sono la «filosofia pedagogica» che sta alla base di tutto il D.L. 137. Per ottenere questo risparmio è previsto (art.4 comma 1 d.L. 137) «che le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscano classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali».
Quindi, per risparmiare, si riducono gli insegnanti e l’orario scolastico per i bambini.

L’insegnante unico (dal Vocabolario della lingua italiana Zingarelli: Unico, agg. da unus, uno solo. Che è il solo esistente del suo tipo; che è il solo a dire, fare, pensare) dovrà occuparsi, da solo e in meno tempo, di tutte le discipline: lingua, matematica, storia, scienze, geografia, educazione all’immagine, musica, educazione motoria, informatica e inglese.
Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua straniera, infatti, il Piano programmatico afferma, a pag.7, che «l’insegnamento della lingua inglese è affidato all’insegnante di classe opportunamente specializzato. Si dovrà prevedere un piano di formazione obbligatoria della durata di 150/200 ore (!!!) attraverso l’utilizzo, come formatori, di docenti specializzati e di docenti di lingua della scuola secondaria di I grado.
I docenti in tal modo formati saranno preferibilmente impiegati già dall’anno 2009/2010 nelle prime due classi della scuola primaria. In via transitoria e fino all’anno scolastico 2010/2011 potranno continuare ad essere utilizzati, in caso di carenza di docenti specializzati, docenti specialisti esterni alle classi».

Quindi dal 2010/11 non ci saranno più insegnanti esterni di inglese. A pag. 14 e 15 del Piano Programmatico sono indicati i tagli: in tre anni verranno eliminati 11.200 insegnanti specialisti nella scuola primaria.
Il D.L. 133, art.64 comma 1 afferma che «sono adottati interventi e misure volte ad incrementare di un punto il rapporto alunni/docente». Questo vuoi dire che, dalle scuole dell’infanzia fino alla scuola superiore di II grado, aumenteranno gli alunni per classe.
Come ben spiegato dal Piano Programmatico a pag. 14/15, questo aumento permetterà la riduzione, in tre anni, di 12.800 insegnanti. Non importa se ci saranno classi, alle primarie, di 28/30 bambini!

Per quanto riguarda, infine, il «tempo scuola» pomeridiano eventualmente richiesto dalle famiglie (non si parla più nel decreto e nemmeno nel piano programmatico di tempo pieno, che aveva ben altra struttura didattica e valenza pedagogica!), non si capisce bene come sarà organizzato, chi lo gestirà, come sarà riempito.Il comma 2 dell’art.4 del D.L. 137 stabilisce che verrà «definito il trattamento economico dovuto all’insegnante unico della scuola primaria per le ore aggiuntive rispetto all’orario d’obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali».

Nel comma 2 bis si dice infine che per la realizzazione di queste finalità si provvederà «per l’anno 2009, ove occorra e in via transitoria, a valere sulle risorse del fondo di istituto delle istituzioni scolastiche da reintegrare con quota parte delle risorse rese disponibili ai sensi del comma 9 dell’art.64 del dl (...)133 (sono il famoso 30% degli 8 mld di risparmio che dovevano servire per "premiare" gli insegnanti più meritevoli) e in ogni caso senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Sembra, quindi, che l’ampliamento del «tempo scuola» potrà essere attuato su disponibilità allo straordinario del maestro unico e sulla consistenza delle risorse degli istituti e del «conto meritevoli». Ma questa soluzione non sarà possibile se la richiesta delle famiglie sarà di avere le 30 o le 40 ore.
Un insegnante unico non sarà sufficiente a coprire le ore del mattino, la mensa e il pomeriggio! Tenendo presente che il «risparmio» degli 8 miliardi non potrà essere «reinvestito» all’interno della scuola pubblica (se non per quell’ipotetico 30% che servirà per pagare gli straordinari del maestro unico o per «premiare» gli insegnanti meritevoli), e che gli eventuali insegnanti di ruolo in «eccesso» sono destinati ad essere riassorbiti con i successivi pensionamenti (piano programmatico pag. 13), chi insegnerà nelle ore eccedenti le 24 e con quali soldi verranno pagati?

Già oggi, con 8 miliardi in più, moltissime domande di ampliamento del tempo pieno sono inevase; come farà in futuro la scuola a garantire il servizio? Come sarà possibile addirittura ampliarlo (affermazioni del premier e del ministro)?
Nel decreto non viene mai citato l’insegnante di religione. Ma appare evidente che se si parla di insegnante unico due sono le ipotesi: l’insegnante unico dovrà insegnare anche religione oppure l’ora di religione (in quanto facoltativa) non sarà più prevista per i moduli a 24 ore (in effetti mantenere anche le 2 ore di religione vorrebbe dire avere solo 22 ore per l’insegnamento di 10 materie!).
Infine per quanto riguarda la mozione sulle classi differenziali per gli stranieri, in contrasto con quanto sancito dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo (Art.1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti), questa mozione sostiene che «la scuola italiana deve supportare una politica di discriminazione transitoria positiva» (ossimoro straordinario!).
E quindi prevede «un test e specifiche prove di valutazione», impone che nessuno venga inserito nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, indica le materie di studio, fra cui «rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente ecc.

È con queste modalità che il Governo pensa di favorire l’integrazione! In conclusione, la lettura delle leggi illumina sul disastro che sta per colpire la scuola, a partire da quella primaria, considerata una delle migliori al mondo. Sì, perché una delle poche riforme riuscite nel nostro Paese, una delle poche cose che tutto il mondo ci invidia è proprio la nostra scuola dai 6 ai 10 anni. Qualcuno deve spiegare a noi genitori perché viene distrutta.
La scuola è un investimento che produrrà ricchezza in futuro. Uno Stato che non investe sulla scuola è uno Stato che rinuncia al futuro. Il nostro sistema formativo avrebbe bisogno di una grande riforma, a partire dalle scuole di 1° grado fino all’Università, una riforma ben finanziata, studiata e approfondita da tutti i soggetti del mondo della scuola.
Oggi non è così.
E purtroppo pagheranno, e carissimo, i nostri figli.

Paola Dioni - Brescia
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