Competenze socio-emotive e relazionali
di Katiuscia Stio

L’anno scolastico volge al termine ed oggi, a conclusione delle attività didattiche, anche per l'Eco del Perlasca, è tempo di riflessioni e di bilanci



Quanto leggerete nel prosieguo è ciò che ha preso vita nella redazione dell’Eco del Perlasca e che, non ha semplicemente visto la pubblicazione di articoli, ma ha rappresentato una vivace modalità comunicativa tra studenti e studentesse ed insegnanti del nostro Istituto.

L’attività svolta nell’Eco del Perlasca va intesa come esercizio cooperativo metacognitivo, sulle orme delle tecniche di Freinet, che va a sollecitare le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente dello studente giornalista, come attività di ampia portata interdisciplinare, con simulazioni di ruolo e la costituzione di un comitato di redazione, che tende allo sviluppo di competenze emozionali, emotive e cognitive insieme (life skills).

Agli adulti di domani è richiesto di
sapersi autoregolare, reagire dinamicamente ai fallimenti, porsi obiettivi realistici, così come insegna Goleman. A loro è chiesto di essere quel cittadino del mondo che conosce ed è consapevole di cosa accade intorno a lui e dentro di sé ed è in grado di comunicare correttamente emozioni, fatti, eventi.

La redazione di un giornale è quel luogo non luogo, per dirla con Marc Augè, in cui lo studente sperimenta: collaborazione e partecipazione, comunicazione, competenza digitale..

A livello individuale ogni studente si sperimenta attraverso la sollecitazione di metacompetenze facenti parte dell’ambito personale della sfera razionale, affettiva, dell’autocontrollo, relazionale, della proiezione futura di sé, per poi arrivare al confronto con i colleghi in quello che in gergo è chiamata “riunione di redazione”, in cui i soggetti interessati, in maniera interdipendente, fanno il punto sul proprio lavoro e su quello degli altri.

In questo gioco di ruoli, interessante è capire come lo studente/giornalista si comporta nei panni di smistatore di competenza e sapere, della propria capacità di organizzare e assemblare il materiale in possesso, selezionato, trattato per raggiungere più facilmente il “lettore”, attraverso il cartaceo o i media.

Quale strumento utilizzerà?
perché lo strumento di per sé non fa la strategia, volendo intendere l’importanza di decidere a priori la strategia e le linee guida da adottare per veicolare la notizia ed ottenere il maggior risultato, ovvero un elevato numero di lettori. Il web prima e i social media poi hanno notevolmente trasformato il mondo della comunicazione e del giornalismo.

Twitter
è l’ambiente della news per eccellenza; Facebook l’agorà dove tutti si incontrano e commentano tutto; Pinterest, Instagram, Tik Tok, YouTube quando le storie diventano immagini; Snapchat il luogo a cui i Millennials affidano la propria voce; e ancora Fact Checking per il controllo delle fonti; Whatsapp, Telegram e Messanger i conversational media al servizio dell’informazione.

Un altro importante elemento, forse il primo, che il discente impara ad avere ben chiaro è il concetto di notizia: bisogna stabilire se un certo fatto o avvenimento è o non è una notizia.
E non è un’operazione semplice come potrebbe sembrare, soprattutto oggi che internet e i social network ne hanno moltiplicato la diffusione.
Affinché una notizia trovi un pubblico interessato, lasciarlo incuriosito, affascinarlo, catturarne la viva attenzione, deve avere in sé la novità; la vicinanza; la dimensione; la comunicabilità; la drammaticità; la conflittualità, solo per citare alcuni elementi.

Nell’esercizio di scrittura,
pubblicazione di notizie, gli studenti giornalisti dell’Eco del Perlasca hanno dovuto fare i conti anche, e soprattutto, con il senso ed il significato della libertà di stampa.

Tutto ciò che leggiamo, ascoltiamo e condividiamo ogni giorno, che sia leggere un quotidiano al mattino o parlare con i nostri amici, rappresenta una componente fondamentale della nostra democrazia.
Ottenere delle buone informazioni sulla società in cui viviamo, e poi poter discutere liberamente e apertamente su come vediamo le cose e su come eventualmente dovrebbero cambiare, è il tipo di dialogo che alimenta una forte democrazia.
E senza tema di smentita possiamo affermare che tutto questo dipende dall’esistenza di una stampa libera.

Quando diciamo che una Nazione ha una stampa libera, intendiamo dire che le agenzie di stampa, i giornali, le televisioni e, in ultimo, anche i singoli cittadini, hanno il diritto di diffondere informazioni senza interferenze o paura di contrasti da parte dello Stato o di altri Organismi pubblici e o privati.
Tale libertà è protetta dall’art.10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dall’art.11 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Nel nostro Paese la libertà di stampa è protetta, a livello di principio fondamentale, dall’art.21 della Costituzione.

Lo scopo di una stampa libera o giornalismo indipendente
(spesso usati come sinonimi) è principalmente quello di assicurare che un popolo sia libero di ricevere e di diffondere informazioni che non siano manipolate o al servizio di una persona, di una parte, di un’organizzazione o di un interesse. Il suo compito, infatti, è spesso quello di indagare sulle persone di potere e, soprattutto, sugli organismi pubblici che hanno poteri decisionali all’interno di una democrazia.

Ma non solo, ovviamente.
Una stampa libera ha il dovere di porre domande difficili e di tentare di scoprire cosa stia accadendo realmente, indipendentemente da quelle che sono le conseguenze sociali e politiche che derivano dalla ricerca della verità in ordine ad un determinato accadimento. Appare chiaro, dunque, che non ci può essere democrazia senza la libertà di stampa.
Tutto questo deriva dal fatto che la forza della democrazia sta nelle mani del popolo, il che significa che le persone, i cittadini, hanno il diritto/ dovere di essere informati e consapevoli per poter prendere le giuste decisioni quando, in un ordinamento democratico, vengono chiamati ad esprimerle e a renderle concrete.

Tutte queste considerazioni fin qui svolte fanno intendere in maniera abbastanza diretta come si traduce la libertà di stampa anche all’interno di realtà e organizzazioni di tipo educativo, culturale e sociale.
In buona sostanza, come già evidenziato in precedenza, sul rapporto esistente tra democrazia e libertà di stampa, adesso qui evidenzieremo l’innegabile vincolo che esiste tra giornalismo indipendente e crescita culturale, civile e sociale delle nuove generazioni e più in generale dei soggetti che contribuiscono alla vita delle Istituzioni scolastiche ed educative, ovvero degli studenti.

In primo luogo, una corretta informazione, secondo quanto detto in precedenza, innegabilmente contribuisce alla formazione di un pensiero critico ed autonomo delle nuove generazioni, dal momento che la ricerca della verità, dei fatti oggetto della attività di informazione e
dell’elaborazione sotto forma di comunicazione degli elementi raccolti sono tutti incredibili esercizi di tipo conoscitivo e metacognitivo per la formazione di un pensiero critico razionale e profondamente autentico.

L’importanza di una stampa libera non è tale solo sotto il profilo sociale e culturale, ma lo è anche sotto il profilo della formazione di robuste coscienze civili, capaci di porre al centro del proprio impegno pubblico la ricerca della verità come metodo di crescita.
In una istituzione scolastica, poi, questi principi e metodi rappresentano e sono quasi del tutto assimilabili alle finalità che le stesse Istituzioni educative perseguono.

La forza e la potenza dell’Eco del Perlasca, nell’ambito di una scuola attiva, richiama l’attenzione sulla cura del contesto scolastico e della regia educativa e didattica offrendo le condizioni favorevoli per un apprendimento metacognitivo.
La sua prospettiva cooperativistica favorisce un insegnamento rispettoso delle differenze individuali dei discenti e dei loro ritmi, tempi e modi di apprendimento ed incarna una “tecnica” che consente di dare agli studenti gli strumenti per la loro “liberazione” tesa al raggiungimento delle proprie passioni, motivazioni e costruzione di una identità forte, autentica, risoluta.

Tutto questo ci porta ad un punto cruciale e vitale dell’IIS Perlasca, che si evince nel suo PTOF: organizzare una scuola in cui il discente diventi co-costruttore attivo di conoscenza (learning by doing), capace di automotivarsi e sviluppare resilienza e fiducia in se stesso e negli altri.

Katiuscia Stio


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