Ciao, Gabriele!
di John Comini

Stamane è salito in Paradiso Gabriele Bonvicini, per gli amici Bonvi


Sto scrivendo di getto, ogni tanto scende qualche lacrima sulla tastiera del computer. Ma ho fretta per ricordare il grande Bonvi. Ieri sera l’amica Marilena Mangiarini (che l’ha saputo dalla cognata di Gabriele) ci aveva informato che l’amico Bonvi stava male ed era alla fine. Era alla RSA da qualche mese.

Mi sono scese le lacrime. Era una notizia inaspettata. Ho chiesto all’amico Ernani Cortini se c’erano novità, lui gentilmente mi ha subito risposto che Gabriele era messo molto male, che sabato scorso aveva chiamato Don Italo per l’estrema unzione. Ernani aggiungeva: “Speriamo si possa riprendere ma ho paura che non sarà così. Al momento è in coma.” Ho continuato a pregare. Ho chiesto al Signore che l’amico Bonvi non soffrisse.

Beppe Mangiarini mi ha inviato una mail: “Mi ha chiamato Elide una volontaria di Sopraponte. Ieri sera è entrata nella stanza di Gabriele e gli ha portato un saluto e una carezza a nome dei suoi amici.” Grazie di cuore, Elide! Mi hai commosso!

Proprio il 31 gennaio Bonvi aveva compiuto gli anni. Il baffuto Gabriele aveva sempre lavorato, era molto affezionato alla mamma ed ai nipoti, aveva sistemato la propria abitazione in modo splendido, poi ebbe un problema di salute e fu ospitato per molto tempo al Centro di Nozza, dove lavorava come operatrice l’amica Enrica Bertini.

Bonvi ha sempre avuto la passione nel dipingere ritratti. Recitò nel Gruppo Teatrale Gavardese insieme a tanti amici, che gli hanno sempre voluto bene.

Bonvi a volte recitava
e dava una mano a caricare ed a scaricare. Con Peppino Coscarelli ricordiamo sempre che una volta la roba non ci stava tutta nel furgone, eravamo disperati, allora è arrivato lui e con due potenti spallate la fece stare tutta alla perfezione.

L’exploit è stato nell’85, quando ci era stato richiesto uno spettacolo per il 40° anniversario di sacerdozio di don Francesco Zilioli. Avevo scritto “W il parroco!”, in dialetto bresciano, la storia di un sacerdote che arriva in una nuova parrocchia. Nella storia si intrecciavano tante piccole storie della gente comune, dai simpatici bùli del Bar Acli al curato (l’altissimo Peppino), dalla suora (Caterina Manelli) alla perpetua (la scatenata Valentina Avanzi), dalla recita dei bimbi dell’asilo alla fabbrica, per non parlare delle betoneghe dalle smorfie comiche e dalle battute folgoranti (Carla Grumi, Gianna Tobanelli, Grazia Bontempi, Donata Goffi, Marilena Mangiarini e Paola Rizzi).

Il parroco era recitato dal caro,
mitico Tano Mora: era uno splendido attore, quando  appariva in scena con la veste nera ed il cappello da prete, veniva giù il teatro…Nel gruppo c’erano altre due persone stupende, che ci hanno lasciato troppo presto: Vincenzo Mangiarini (papà degli amici Beppe e Marilena) e Piero Tedoldi: quando appariva tra il pubblico vestito da Vescovo, qualche spettatore pensava fosse vero e gli baciava l’anello!

Doveva essere la rappresentazione di una sera
, invece ebbe un grande consenso di pubblico e si fecero più di 70 repliche in giro per la provincia. Ci seguiva sempre don Dario Guerra, cugino di Rina, che era venuto dall’Argentina per un periodo di riposo ed era diventato il padre spirituale del gruppo.

“W il parroco!” ha avuto un sequel, in occasione dell’ordinazione dell’amico don Paolo Goffi. Abbiamo rifatto “W il parroco!” nel 2013 per il 50° anniversario di sacerdozio di don Giacomo Bonetta e per un’iniziativa umanitaria dell’Avis per la popolazione in Siria. E pochi mesi fa per don Dario Guerra in occasione del suo 50° di sacerdozio.

Eravamo una specie di Armata Brancaleone, un caravanserraglio dove continuava ad entrare gente. Ognuno era di sostegno all’altro, nascevamo amicizie ed amori, chi aveva bisogno di aiuto trovava sempre qualcuno che gli stava vicino. Ognuno era importante. Arrivavamo in un posto con macchine e moto, si allestiva la scenografia su semplici pedane o su carri sgangherati, alla fine dello spettacolo addentavamo panini e risate a volontà. Insomma, era una festa mobile!

Caro Gabriele, sei salito in Paradiso proprio il giorno del mio compleanno. L’amico Beppe Mangiarini mi ha scritto: “Adesso il tuo compleanno sarà accompagnato da questo ricordo... non riesco a darmi una ragione di questa perdita... pensiamo ai momenti di allegria che hai regalato a lui e a tutti noi.” Grazie, grande Beppe.

Il nostro Bonvi
era una persona buonissima, che rideva sotto i suoi baffi alle nostre battute. Ora raggiunge nell’immenso cielo la dolce mamma e la sorella mia coscritta suor Annamaria, che è lassù dal 2001. A loro dedico questa canzone di Don Backy:

“Io son sicuro che, per ogni goccia
per ogni goccia che cadrà
un nuovo fiore nascerà
e su quel fiore una farfalla volerà
Io son sicuro che
in questa grande immensità
qualcuno pensa un poco a me
e non mi scorderà…”


Ciao Gabriele! Non ti scorderemo mai, col tuo sorriso sotto i baffi.

il tuo amico John
e tutto il Gruppo Teatrale Gavardese

Nelle foto:
1) Gabriele (al centro) tra il sottoscritto e il mitico Tano Mora
2) Gabriele (con trombone) in “Cenerentola”
3) Ancora in “Cenerentola” il secondo da destra con la fascia azzurra
4) Dietro, coi baffi, in “Amici come prima”

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