"Medaglia d'oro" all'IIS Giacomo Perlasca

Nuvolento, luglio 2004: nasce, lungo il tragitto verso l’ospedale di Gavardo, il piccolo Songne Taufge.
Fin da subito il piccolo Tawfik (già, da ora chiameremo così Taufge!) ha fretta di venire al mondo ed è desideroso di conoscere la realtà che lo circonda. Desiderio che non lo ha mai abbandonato.

Tawfik è un ragazzo curioso: i suoi occhi sembrano scattare istantanee di tutto ciò che lo circonda; il suo sguardo è sempre attento a mettere insieme i pezzi di questo “strano puzzle” chiamato Terra.

Probabilmente questo è determinato dal fatto che lui è e si sente figlio di questo azzurro pianeta: infatti ha mosso i suoi primi passi fra le strade della Valle Sabbia ma ha scritto le sue prime paroline fra le mura della scuola elementare di Zoumtoega in Burkina Faso.

Tawfik oggi frequenta la classe 4BI dell’IIS Giacomo Perlasca e, come quando era un bambino, continua ad avere fame di sapere e di fare: è un infaticabile membro del giornalino scolastico “l’ECO del Perlasca”, un alunno impegnato in attività di orientamento e il promotore, presso la scuola, dell’iniziativa di raccolta fondi per supportare la Siria e la Turchia in questo difficile momento storico.

Nell’IIS Giacomo Perlasca, Tawfik ha trovato pane per i propri denti: docenti motivati, che amano il proprio lavoro e che vogliono dare ai propri ragazzi la possibilità di essere cittadini consapevoli del futuro.
Proprio in tale ottica, il professore Mattia Girardi e la professoressa Anna Celeste Pezzali si sono impegnati a fare partecipare i ragazzi della scuola al concorso letterario nazionale “Che Sarà - Lettera al Futuro” promosso da Amazon.

Un grande lavoro di squadra è stato compiuto dalla classe 4BI dell’IIS Perlasca: infatti la stessa ha creduto fin da subito nel progetto e si è messa in gioco.
Alunne ed alunni della classe hanno provato, attraverso una lettera, a condividere con il proprio "io del futuro", in modo onesto e profondo, i propri obiettivi e progetti, ma anche i dubbi e le incertezze sulle sfide che verranno.

Tawfik si è classificato al primo posto: ha vinto un percorso di formazione presso FARM College, un computer, un headset di cuffie, due biglietti per l’evento conclusivo “Achille Lauro nelle scuole”, un incontro esclusivo con l’artista a Milano e ben 20.000,00 Euro di prodotti dedicati al supporto dell’istruzione e dell’educazione per la sua scuola.

Analizzando i criteri di valutazione del concorso, si evince che la “capacità di guardare al futuro, di delineare degli obiettivi e dei sogni per la propria crescita” sia un elemento fondamentale per potersi assestare sul podio.

 A tale proposito la professoressa Anna Celeste Pezzali dice che «la soddisfazione più grande è il fatto di vedere premiato un ragazzo che, nel suo quotidiano, rappresenta a pieno ciò che serve per dare la direzione giusta al nostro futuro: impegno, dedizione e determinazione, non solo per realizzare se stessi ma per mettersi al servizio degli altri, per contribuire al benessere comune.
Ciò che mi ha colpito nel leggere la lettera di Tawfik, come quella di tanti suoi compagni, è la consapevolezza che dimostrano riguardo al fatto che la felicità sia legata soprattutto alla relazione con l’altro.
Basta questo per convincermi che valorizzarli, come studenti e come persone, e soprattutto ascoltarli sia la scelta giusta per assicurarsi un futuro che sia migliore del presente».

Ed è esattamente così, in Tawfik risuona il desiderio di fare, la voglia di vedere “i ragazzi delle seconde generazioni attivi” per potere creare un mondo diverso, un mondo in cui potere cooperare per il bene comune e per la “sua” Africa.

“Negli anni la situazione più che migliorare è peggiorata” scrive Tawfik “[...] fa male vedere la mia terra soffrire così tanto.
Perciò ho intenzione di investire in Africa e creare centri di formazione per i ragazzi. La mia idea, poi, è quella di creare centri di innovazione che usano la conoscenza informatica e tecnologica come programmazione, sistemi, robot [...] per rendere più efficiente l'agricoltura. [...]

Se noi, come figli della diaspora africana, che abbiamo avuto migliori possibilità di studiare non investiamo lì, chi lo farà al nostro posto?”.
“Non ho idea del mio percorso effettivo” dice Tawfik “[ma] so che quello che imparerò potrò trasmetterlo ad altri. [...]
Ho fede: so che facendo bene riceverò altrettanto bene”.

In un mondo come il nostro pare strano avere ancora la capacità di credere.
“Forse sarà la gioventù” potrà dire qualcuno. “Forse nel petto di Tawfik echeggiano i valori de Il Paese degli uomini integri” diranno altri.

Alessandra Alabiso

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