La storia dell'animazione
di Aurora Nicolini

Sai qual è stato il primo film realizzato completamente in computer grafica? A quando risale il primo cartone animato? Quali sono le origini dell’animazione? Per scoprirlo dovrai tornare più indietro di quanto pensi


Il concetto alla base dell’animazione è stato usato per raccontare storie sin dall’antichità: le immagini in movimento si possono far risalire ai giochi d’ombre, le cui tracce si ritrovano nell’Antico Egitto, in Cina (con le Ombre cinesi) e anche nell’allegoria del Mito della caverna di Platone.

Nel XVII secolo l’invenzione della Lanterna Magica, di cui scrive il gesuita Athanasius Kircher nel suo trattato Ars magna lucis et umbrae (“Grande arte della luce e dell’ombra”), svolta la storia dell’animazione: è il primo proiettore di immagini.
Da questo momento si susseguono una moltitudine di strumenti che portano allo sviluppo dell’idea e delle tecniche del disegno animato.

Tra queste creazioni a rivoluzionare il settore è il cinematografo, inventato nel 1894 dai fratelli Auguste e Louis Lumière.
Con l’arrivo del XX secolo si affermano le tecniche stop motion e viene realizzato quello che è considerato il primo cartone animato moderno, ovvero Fantasmagorie, uscito nel 1908.
Gli anni successivi viene inventata la tecnica dell’animazione rodovetro, che consiste nel disegnare a mano i personaggi su fogli di celluloide trasparenti e poi posizionarli sopra le scenografie. Questo metodo dominerà il settore per vari altri decenni.

Dagli anni ‘30 inizia un periodo d’oro per l’animazione. Entrano nella storia diversi personaggi tutt’ora iconici: Topolino e Paperino della Disney, Bugs Bunny e i Looney Tunes della Warner Bros.
Nei decenni successivi inoltre la Disney comincia a rilasciare i primi classici animati, come Biancaneve e i sette nani nel 1937 o Pinocchio nel 1940.

Negli anni ‘60 e ‘70 le tecniche d’animazione del cutout e dello stop-motion diventano popolari tra il pubblico con opere come Monty Python’s Flying Circus e Clangers.
L’animazione rodovetro rimane tuttavia la più usata anche negli anni ‘80.
Circa a metà degli anni ‘90 nel mondo occidentale iniziano a farsi strada anche i prodotti d’animazione orientali, tra cui classici come Il mio vicino Totoro e Princess Mononoke, prodotti in Giappone dallo Studio Ghibli.

Un’altra rivoluzione nel mondo dell’animazione si può poi far risalire al 1995 con l’uscita di Toy Story, il primo film realizzato interamente in CGI (Computer Generated Imagery), che fino ad allora era stata usata per animare solo alcuni elementi in brevi sequenze.
Inizia così l’era della CGI, che afferma in seguito il suo successo grazie alla pubblicazione di altre opere come A Bug's life, Shrek e Monsters & Co, e al trionfo dei videogiochi 3D in Giappone.

La CGI è ancora la tecnica prevalente per la realizzazione dei prodotti animati odierni, ma quello dell’animazione è un settore in continua evoluzione.
Alcuni dei possibili sviluppi futuri si intravedono già nei prodotti degli ultimi anni, quali ad esempio Spider-Man: Into the Spider-Verse e Arcane, dove la tecnica 3D è stata mescolata alla tradizionale 2D, creando uno stile distintivo che è stato determinante per il loro success

Nel 2019 il metodo tradizionale è stato invece scelto per la realizzazione di Klaus, un film d’animazione in cui è stata prestata grande attenzione alle texture e al rendere l’illuminazione più tridimensionale tramite programmi innovativi, creando così uno stile singolare e curioso.

Era dall’uscita di La principessa e il ranocchio, del 2009, che (nell’animazione occidentale) non si disegnava un’intera pellicola a mano. Con gli sviluppi delle tecnologie e questa riscoperta dell’animazione tradizionale chissà cos’altro ci potrà riservare il futuro.

Basta solo restare a guardare.

A cura di Aurora Nicolini 1B Grafica


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