Quella di Teglie la prima chiesa restaurata
di Cesare Fumana

È la prima delle chiese di Vobarno completamente restaurata e nuovamente aperta al culto dopo aver rimediato ai danni del terremoto. È la chiesa parrocchiale di Teglie i cui lavori di restauro sono stati inaugurati sabato scorso.

È la prima delle chiese di Vobarno completamente restaurata e nuovamente aperta al culto dopo aver rimediato ai danni del terremoto. È la chiesa parrocchiale di Teglie, la piccola frazione montana di Vobarno, dedicata ai santi Cornelio e Cipriano.

È qui che si sono ritrovati i 180 parrocchiani delle frazioni di Teglie e Moglia lo scorso sabato pomeriggio per la solenne messa inaugurale che ha visto oltre alla presenza di tutti sacerdoti delle comunità vobarnesi, guidati dal parroco don Giuseppe Savio, anche la gradita presenza dell’ex parroco don Mario Benedini.

Una comunità intraprendente quella di Teglie, affezionata alla propria chiesa che dopo i restauri esterni e interni affidati i primi alla ditta Dini di Vobarno, per il consolidamento statico e il rifacimento della copertura, e i secondi alla ditta Gianotti di Roè Volciano, si è data da fare per portare all’antico splendore il proprio tempio.

Nelle scorse settimane, infatti, alcuni volontari, evangelicamente chiamati dal parroco “gli operai della vignaâ€, e don Giuseppe stesso, si sono prodigati nella ritinteggiatura esterna dell’intera chiesa. Anche il pavimento interno è stato levigato grazie a un’offerta di una parrocchiana. Anche la chiesa dell’Immacolata, quella vicina al centro sociale, è stata completamente risistemata e anch’esse ritinteggiata esternamente da don Giuseppe e dagli “operai della vignaâ€.
Don Giuseppe non nasconde la sua soddisfazione per i primi due cantieri finalmente chiusi. «Sono i primi obiettivi raggiunti a poco più di un anno dal mio arrivo a Vobarno e dopo aver speso i primi tre/quattro mesi a prendere visione delle cose da fare – ci dice contento il parroco –. Nonostante siano due chiese minori è già un buon segno che ci rende ottimisti anche per gli altri cantieri ancora aperti. Ci è di conforto anche l’attenzione di alcuni parrocchiani che hanno fatto delle offerte per il restauro delle loro chiese. C’è ancora molto lavoro da fare, ma confidiamo sempre nella Provvidenza».
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