Nell’ambito della campagna nazionale di sensibilizzazione dedicata alla malattia denominata lupus eritematoso sistemico (LES), la sezione bresciana dell’Associazione LES, guidata da Franco Frati, sarà presente sabato pomeriggio a Brescia, in corso Zanardelli, e in provincia nelle giornate di sabato e domenica con dei banchetti nelle piazze centrali di Ospitaletto, Sarezzo e Flero per distribuire le ormai tradizionali «testimonial» della patologia, le violette Santipaula, il materiale informativo e rispondere alle domande sulla malattia.

Il lupus eritematoso sistemico è una patologia cronica autoimmune, che comporta cioè una disfunzione del sistema immunitario che invece di proteggere, come dovrebbe, il corpo da virus e batteri ne attacca organi e tessuti, tipicamente la cute, le articolazioni, i reni e il sangue. Si tratta di una malattia che colpisce 5 bambini su un milione di nati e fa la sua comparsa in genere verso l’adolescenza interessando nella gran parte dei casi persone di sesso femminile. Tuttavia mentre nelle femmine l’esordio è più tardivo (collocandosi fra i 15 e i 45 anni), nei maschi è più frequente l’insorgenza prepuberale. Solo in Italia ne sono colpite più di 60.000 persone.

La sezione di Brescia del Gruppo italiano per la lotta contro il lupus eritematoso sistemico, si è occupata di aiutare le persone nella gestione della malattia e di promuovere incontri, conferenze e iniziative per aumentarne la conoscenza.

Il lupus eritematoso sistemico è una malattia cronica con cui non è facile fare i conti, ma con cui si può convivere e bene, come dimostra il caso di Denis Graziotti, valsabbino di Capovalle che, affetto da questa patologia, ha voluto dedicare proprio al lupus la sua prima fatica letteraria.

Il giovane, dipendente di un’azienda meccanica della Valle Sabbia, poche settimane fa è uscito presso l’editore Altromondo con il romanzo dal titolo «La dura strada», che narra la storia di Sebastian colpito in giovanissima età dal lupus. Attraverso la malattia, documentata nel testo dettagliatamente e vissuta con eroico coraggio, il protagonista ha l’occasione di ripercorrere le tappe fondamentali della sua breve esistenza e di riconsiderare l’ambiente familiare e quello scolastico importanti luoghi di conforto e di crescita personale e collettiva.

Per ammissione dello stesso Graziotti, i lunghi mesi delle degenze ospedaliere, legate alla cura della malattia autoimmune, lo hanno avvicinato prima alla lettura e poi alla scrittura. E proprio per questo ha voluto riservare buona parte del suo agile romanzo al LES.