Tutti in bici!
di John Comini

Ci ha lasciati Danilo Casari, persona conosciuta da tutti e appassionato di ciclismo. A lui vorrei dedicare questi ricordi. Poi eventi ed un compleanno


Quando abitavo al “grattacielo”,
tra la farmacia del dottor Franchi e la tabaccheria del Bruno Datteri con la moglie Silvana, c’era il negozio di biciclette di Danilo Casari, subentrato a quello di elettrodomestici di Andrea Amici. Poi il signor Casari si è trasferito in Via Quarena, dove lavoravano anche i figli Odoardo e Marina, ed il negozio si è specializzato nella vendita, riparazione e manutenzione di cicli, sia con le migliori marche sia con accessori e abbigliamento tecnico per ciclisti. È stata creata anche la Squadra Amatoriale “Amici Team Casari Gavardo”, un gruppo di amici sportivi per pedalare insieme, partecipare a gare ciclistiche e condividere la grande passione del ciclismo.
Il negozio è molto frequentato da ciclisti dilettanti ma anche da professionisti, come il campione colombiano Rigoberto Urán, vincitore di tappe al Giro d’Italia, al Tour e alla Vuelta e divenuto grande amico del team Casari.

Il caro Danilo (la cui moglie da ragazza era al convitto di suor Ermanna in Via Sormani ed era bravissima a ballare) in gioventù fu un ottimo corridore, vincendo anche gare memorabili. Tant’è che, all’età di 24 anni, la sua immagine fu stampata per le figurine Elah (una specie di figurine Panini ante litteram).

Quand’ero bambino dal terrazzo vedevo un fiume di gente che andava a lavorare al Lanificio in bicicletta: sembrava il paese dei campanelli o dei berretti blu. Tra di loro c’era la cara Leti, mamma della mia amica Daniela Massolini. In ogni casa c’erano una o più biciclette (Bianchi, Atala, Legnano). Io avevo una Zecchini bianconera (sic!) che mi aveva regalato mio fratello Franco (la usava per andare a lavorare alla Falk di Vobarno, prima di vendere le scarpe). Se bucavo andavo dal Mario Rizzi (papà di Paola, la mitica Signora Maria) che aveva il negozio in piazza della Chiesa. Paola mi racconta che il papà diceva allegramente alle donne che gli portavano la bici: “Siura, una pompadina?”
 
Anche il papà del mio amico Alex, Giovanni Savoldi, in via Quarena vendeva le biciclette (ne ho acquistata una per mio figlio Andrea, quand’era bambino).
Ricordo quando passava il Giro d’Italia da Gavardo. Ore prima era tutto un via vai di furgoni o auto pubblicitarie che regalavano berrettini e magliette. La strada era invasa da réclame di carta, pareva carnevale. E quando passavano i corridori non riuscivi nemmeno a vederli tanto erano veloci. Il gruppo creava una specie di vento che ti spostava, la gente li incitava, qualche corridore lanciava la borraccia ed era fortunato chi riusciva ad accaparrarsela. Se qualche corridore era staccato, tutti lo incitavano urlando “Dai che tèi riètt” ed era una festa mobile.

Si racconta che il dott. Rossini, splendido medico, raggiungesse le abitazioni anche lontane in bicicletta, finché non ebbe a disposizione un’automobile.
In Piazza De Medici c’era la casa della Palmina e dell’Eugenia, la dolce mamma faceva la custode delle bici dei numerosi spettatori che andavano a vedere il cinema al Salone.

Come dimenticare il caro don Giovanni Arrigotti, entusiasta curato di Gavardo, che in bicicletta “da donna” girava per le strade fischiettando?

Con i miei amici salivamo in bici verso Limone, dove don Erminio Bertuzzi (che noi ragazzacci chiamavamo Don Sterminio) ci offriva la possibilità di stampare il giornalino “Petit monde”.

All’oratorio, alla festa di San Luigi, c’erano le gare di ciclocross in cui eccelleva il grande Cesare Polvara, sfidando il bravo Ivano Maioli ed il caro Gianni Zanassi.  
E quando Cesare è diventato don Cece, non ha mai abbandonato la passione per la bici: persino quando andò in Uruguay come Fidei Donum, persino quando da monsignore fu nominato provicario generale dal Vescovo. Non c’erano né Santi né dei, nel tempo libero una bella pedalata non gliela toglieva nessuno. Ed è stato commovente quando, al funerale del caro Danilo, ha esclamato che da bambino gli brillavano gli occhi, ammirando le bici in bella mostra nel negozio, sognando di poterci salire un giorno.

Nel 1973 gli arabi avevano scatenato contro l’occidente la guerra del petrolio. Il prezzo della benzina si era impennato (non vi ricorda qualcosa?). Era cominciata l’austerity: domeniche a piedi. Ma nessuno si è lamentato: tutti hanno tirato fuori le biciclette, sono comparsi pattini a rotelle e calessi, sulle strade deserte.

Era il 12 aprile 1990 quando giunse la tragica notizia che il grande fotografo Cesare Goffi era stato travolto in una galleria nei pressi di S. Giovanni in Fiore, in Calabria. Sulla sua adorata bicicletta e con la macchina fotografica era andato in cerca di nuove immagini in luoghi lontani. Aveva 52 anni e tutti lo abbiamo pianto.

Io non sono un ciclista provetto. Pur avendo una mountain-bike non ho mai amato le salite, sulla Gavardina verso Prevalle mi pareva di essere sul Pordoi. Mi è sempre piaciuto pedalare tra le morbide colline, in mezzo al verde e su strade non troppo battute dalle macchine. Di solito viaggiavo da solo, e mentre pedalavo pensavo. Qualche volta sono andato col mio caro cognato Giovanni Avanzi: lui mi incoraggiava, ma era troppo in forma per me, ha sempre avuto un fisico da atleta! Altre volte ho pedalato in compagnia del caro Tano Mora, anche lui molto, troppo bravo per me. Mi incoraggiava quando la salita era troppo “in piedi” e mi diceva “Dai John che te ghé la fétt!”. Fortuna che, come dice il saggio, “dopo la salita c’è la discesa!”. Il grande Tano ha anche fondato il gruppo ciclistico Gavardo-Tecmor.
Molte volte sono andato in bici con l’amico Antenore Taraborelli, soprattutto d’estate, quando trascorrevamo qualche giorno a Cinquale (vicino a Forte dei Marmi). Lì ci sono salite molto impegnative, ma Antenore era sempre gentile e premuroso e mi dava consigli per il cambio, ma io in quei frangenti avrei voluto fare cambio… con una moto!

Conosco tante persone che amano pedalare. Mi piace ricordare gli amici Laura Tedoldi  ed Alex Savoldi (che partecipa anche a gare impegnative), il mio coscritto Pierangelo Damiani ed i grandi juventini (Vedi Napoli e poi…perdi!) Bortolo Bortolotti, Sandro Cavagnini e mio nipote Marcello Franceschetti. Bortolo, l’uomo coi baffi, è amico di Simona Canipari, che nel 2018 fu vittima di un grave incidente stradale, ma grazie alla sua incredibile forza d’animo, alla famiglia ed alla rete di persone che l’ha sostenuta è diventata campionessa di handbike, vincendo gare nazionali e internazionali di paraciclismo.

Ho avuto la fortuna di conoscere il gruppo ciclistico dell’Avis, una bella compagnia di persone che amano percorrere in mountain bike le strade della provincia e non solo.

Effettuano uscite settimanali per diletto, ma soprattutto per portare un messaggio promozionale a favore della donazione del sangue. Poi ci sono eventi particolari, come il pellegrinaggio del 2000 a Roma, in occasione dell’Anno Santo, del 2009 a Santiago de Compostela e del 2016 di nuovo a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia. Il gruppo formato da almeno 80 persone, capitanato da Arturo Tebaldini, pare un caravanserraglio, un vero miscuglio di caratteri, uniti da un comune denominatore: il valore dell’Avis. E quando fanno sosta, i nostri come orde barbariche assalgono i bar, dove le radler scorrono a fiumi. Se il vino è il nettare degli dei, la birra è l’ambrosia dei ciclisti. Nel gruppo ci sono dei mattatori che inventano battute a raffica, roba da piegarsi dal ridere.
Sincero: io questi viaggi li ho fatti guidando il furgone, “ghó mia scritt giocondo!” Del resto, ogni gruppo ciclistico che si rispetti deve avere un mezzo attrezzato al seguito, no?

Anche il mitico don Lorenzo Bacchetta ha sempre fatto parte del gruppo ciclistico avisino, condividendo la fatica sotto il solleone o la pioggia sferzante. Infatti il suo sport preferito è la bicicletta ed i suoi miti sono Pantani e la Juve (ahi!).

Durante il pellegrinaggio a Roma il pensiero è andato a Dario Persavalli, l’amico di Villanuova che ci ha lasciato: la sua immagine è stata portata fino a Roma, sul furgone, e ogni ciclista aveva sul braccio la foto del suo splendido sorriso. E siamo certi che da lassù sta pedalando ancora, sulle infinite strade del cielo.

Come il grande Mirco Comini. Arturo ha iniziato ad andare in bici perché è stato Mirco a convincerlo, a spronarlo. Insieme hanno percorso molte strade, e Mirco è stato socio fondatore del gruppo ciclistico dell’Avis, successivamente è diventato donatore di sangue, e come lui molti hanno fatto questo tipo di percorso, passando dal divertimento al dono. Una cosa davvero stupenda!

Ma non dimentico Andrea Franzoni di Villanuova, nipote del caro Aldo Arrighi, che negli USA ha pedalato per 3.500 km nelle località dove il mitico nonno fu prigioniero degli alleati durante la guerra. Un commovente gesto d’amore.

Gavardo è sempre stata una fucina di gruppi ciclistici.

Come l’Erbitter, creata da Leo De Luca, produttore della famosa grappa: ricordo che all’oratorio nel mitico torneo notturno l’altoparlante diffondeva la voce del Piero Tedoldi: “Aggrappati… ma alla grappa De Luca!” Nel 1946 nacque l’associazione sportiva “Erbitter” (dal nome del liquore), che riscosse grandi onori tra vittorie alla “Coppa San Geo” e campioni come Rivetta (Gigèto), Tagliani, Molinari, Ogna e molti altri. Fu proprio De Luca a ottenere che il Giro d’Italia del 1950 transitasse anche sulle strade di Gavardo, con Fausto Coppi in maglia rosa. La sede era al Caffè Rita, in Piazza De Medici.

Grande è sempre stato l’amore per il ciclismo di Luciano Manelli, che da giovane corse con la Zecchini Brescia per poi passare all’Erbitter, vincendo anche alcune gare. Impegnato con il lavoro, non ha mai dimenticato il ciclismo, sostenendo numerosi team: dall’Erbitter al GS Sopraponte, dal GS Gavardo all’UC Soprazocco ed altri ancora. Suo figlio Filippo, fratello della mia amica Caterina, è stato un eccellente ciclista.

Del GS Gavardo, in cui militavano centinaia di corridori di quasi tutte le categorie con notevoli risultati, ricordo le bandiere giallonere che, in caso di vittoria, venivano esposte al Bar Italia gestito prima dal signor Leggerini detto “Mago”, poi dalla signora Gemma insieme al marito, il baffuto Giovanni Cantoni.

E, tra le mille gare ciclistiche, lasciatemi ricordare le gare sul Tesio in bici e in mountain bike organizzate dall’associazione Tempoperso, la “Brescia - Monte Magno” classicissima del ciclismo bresciano, la Soprazocco Bike con spiedo-party a fine gara! Ogni volta che assisto al passaggio di una gara, è uno spettacolo di visi, grida, suoni e colori.

Alcuni eventi:
* oggi, domenica, a Bione 10^ edizione della gara di corsa in montagna “Winter Trail Monte Prealba”
* oggi a Belprato, frazione di Pertica Alta, festa di Sant’Antonio Abate su iniziativa della Pro loco “L'Anima della Pertica”: alle 11 S. Messa, poi pranzo comunitario e alle 15.30 concerto della corale “S. Giuseppe” di Ponte Caffaro diretta da Cristina Maestri, con intermezzo di chitarre e violini della “Compagnia sonadur Ponte Caffaro”
* a Bondone ultimo giorno della “Via dei presepi” oltre 100 presepi nelle strade
* a Villanuova pomeriggi Danzanti al Circolo ACLI
* oggi a Villanuova nella Saletta Civica alle 17 Marta & Giorgio voce e chitarra alla mostra fotografica di Ilaria Maestri
* stasera al Teatro di Sopraponte “Sipario di un’anima perduta” spettacolo ispirato dal libro di poesie del gavardese Michele Zambelli, con Matteo Baronchelli (bravo attore, che saluto), Amedeo Monda (chitarra) e Simone Pe (Light Designer)
* oggi alle 16, al teatro dell’oratorio di Barghe, musical del gruppo musical Vobarno
* martedì  in Biblioteca a Villanuova “Storie intorno al camino” con la volontaria Barbara, alle 16.30 letture per bambini 3-5 anni e alle 17.15 per bambini 6-10 anni
* mercoledì a Gavardo in Biblioteca dalle 15 alle 17 “Restyling T-Shirt”, i ragazzi 11-17 anni possono portare una maglietta di cotone in tinta unita e un’idea su come reinventarla, col supporto di macchinari speciali e personale qualificato
* giovedì in Biblioteca a Villanuova alle 16 “Creando con Nicole” laboratorio di uncinetto
* venerdì al Centro Sociale di Gavardo gioco burraco condotto da Mariangela
* venerdì sera a Gavardo all’Auditorium C. Zane il CAI invita alla proiezione
del film “L’ultima vetta” (di Chris Terrill, 2022)
* sabato sera a Villanuova nell’Auditorium Garda Sala “Duse” musical “La casa nel bosco” della compagnia teatrale Eleven Arts

Auguri a mio nipote Bruno Zucchetti, che ha recitato nel Gruppo Teatrale Gavardese, e l’ho sempre apprezzato per il fondo di grande umanità nascosto dalle comicissime battute. Bruno è un eccellente sportivo (windsurf, roccia…) e fa parte del gruppo ciclistico avisino.

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! Forza Chiara! La scorsa domenica ha compiuto 21 anni: rivolgiamo una preghiera in più per lei e per i suoi familiari.

maestro John

Nelle foto:
1) Danilo Casari festeggiato per una vittoria a Brescia, ci sono anche Angelo Montanari,  Gianni Borgognoni e Antonio Inzoli
2) La foto ufficiale di Danilo per le figurine Elah
3) Festa per una corsa vinta dal ciclismo gavardese
4) Il gruppo ciclistico dell’Avis Gavardo a Roma nel 2000
(grazie a Peppino Coscarelli, grande amico di Danilo Casari)

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