Dimissioni con polemica sulla tariffa puntuale
di Claudio Zanoni

L’assessore all’Ambiente di Vobarno, Claudio Zanoni, ha restituito le deleghe al sindaco «con amarezza e rabbia per l'impossibilita di esprimere al meglio le mie competenze»


Riceviamo da Claudio Zanoni la comunicazione che «con amarezza ho rassegnato le dimissioni dalla carica di assessore all’Ambiente del Comune di Vobarno, rimettendo il 5 ottobre 2022 le mie deleghe nelle mani del Sindaco, stante l'impossibilità di condividere alcune scelte fatte dalla maggioranza che riguardano materia e argomentazioni della delega che mi era stata conferita.
Ho mantenuto comunque la carica di consigliere con l'intento di proseguire a dare il mio contributo per il paese».

Il motivo del contendere è l’applicazione della tariffa puntuale nel calcolo della Tari, come ha voluto spiegare nella lettera che pubblichiamo integralmente.


Come funziona la tariffa puntuale

Benché sembri scontato, vale la pena ricordare che nell'organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, scelte strategiche e applicazione di metodi che portino alla riduzione dei costi della gestione dei rifiuti sono elementi di fondamentale importanza.

Oggi coesistono due tipologie di tassazione: il vecchio tributo, ora confluito nella TARI, dove ciascuna utenza paga in base a criteri presuntivi di produzione dei rifiuti, ovvero superficie dell'abitazione e numero degli occupanti per quanto riguarda il domestico e superficie e categoria economica per il non domestico.

La seconda, di più recente applicazione, è rappresentata da un modello di tariffa o tributo puntuale, ‘la tariffazione puntuale dei rifiuti’, in cui la quota variabile è commisurata in parte anche dalla quantità di rifiuto indifferenziato residuo prodotto da ciascuna utenza. La modalità più utilizzata in Europa è basata sulla misurazione volumetrica e l’unità di misura adottata è rappresentata dal bidone stesso che per le utenze domestiche è di 40 litri mente per le non domestiche parte da 40 l. per passare ai carrellati da 120 - 240 - 360 - 1100 l. per i quali si conteggia il numero di svuotamenti. Se il calcolo della quantità è determinato dal volume del bidone e quindi in litri, è ovvio che questo deve essere esposto quando è completamente pieno, poiché viene conteggiato ogni svuotamento effettuato.  

“Paghi quanto butti”

I modelli tariffari basati sulla misurazione puntuale dei rifiuti mirano a rafforzare i principi comunitari del “chi inquina paga” e del “paghi quanto butti” e quindi stabilire una reale corrispondenza tra effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti e addebito in bolletta.
Una modalità pensata per garantire maggiore ‘equità’ e rendere i cittadini più consapevoli del proprio ruolo e delle ricadute dei propri comportamenti. La tariffazione puntuale assegna un costo ai rifiuti, ci responsabilizza diventando leva per la modifica dei comportamenti individuali, ci indirizza verso una più attenta gestione dei rifiuti e, in ultima analisi, delle risorse naturali.

La tariffa puntuale è riconosciuta dall’Unione europea come strumento economico per sostenere le raccolte differenziate e la riduzione del rifiuto urbano residuo.
I benefici si ottengono su due criteri differenti:
il primo, di tipo economico, lega la bolletta alla effettiva produzione di rifiuto residuo indifferenziato e ne incentiva la riduzione.
Il secondo fa leva su un percorso formativo e informativo che esorta gli utenti a una maggiore consapevolezza sulla loro produzione di rifiuto, indifferenziato e differenziato.

Altro punto di forza indispensabile è un attento controllo degli abbandoni, quale azione di prevenzione e repressione. In questo modo il danno economico è totalmente a carico del trasgressore, contrariamente ai costi di un servizio supplementare di raccolta abbandoni che si riverserebbe su tutti i cittadini.

Al fine di scoraggiare abbandoni e conferimenti impropri, finalizzati alla riduzione degli svuotamenti, i Comuni propongono un numero minimo di esposizioni comprese in tariffa facilmente gestibili dall’utente con costi aggiuntivi indicati a parte per gli svuotamenti in eccedenza.
Ogni esposizione aggiuntiva per un bidone di 40 litri, rispetto a quanto di competenza in base al numero dei componenti famigliari, sarà di € 1,70.
Il cittadino si troverà in bolletta tre voci:
•    la parte fissa
•    la parte variabile relativa agli svuotamenti compresi in tariffa
•    la parte variabile relativa agli svuotamenti eccedenti.

Gli svuotamenti minimi sono calcolati sulla base dei dati provenienti dal territorio ‘Vobarno’ ma un confronto va fatto anche sulle medie di esposizioni annuali con altri comuni serviti da SAEV che utilizzano da tempo la tariffazione puntuale con l’obiettivo di riferimento da raggiungere nel minor tempo possibile. Nel frattempo, in base alla media degli svuotamenti che i nostri cittadini già fanno spontaneamente, senza alcuna forzatura, si chiede di essere un po’ più accorti, ad esempio riducendo il valore medio di tre esposizioni. La riduzione fatta così, in modo graduale, non risulta un aggravio sulle tasche del cittadino e contemporaneamente dà al comune una discreta garanzia di evitare abbandoni di rifiuti e discariche abusive.

La tariffazione puntuale sposta significativamente la ripartizione dei rifiuti prodotti tra raccolta differenziata e indifferenziata, ottenendo un costante aumento e consolidamento sulla quota percentuale di raccolta differenziata infatti, come è lecito attendersi, sia i cittadini sia le utenze non domestiche mantengono nel tempo una maggiore attenzione alla riduzione della frazione residua, al fine di minimizzare i costi del servizio. Il vantaggio è a largo spettro: economico poiché vi è un aumento di materia riciclabile e riutilizzabile da cui si ottengono dei proventi e un risparmio dovuto ad una minore quantità di residuo da smaltire in inceneritore e infine un comportamento virtuoso che predispone ad un maggiore rispetto dell’ambiente.

Utenze non domestiche

Il Regolamento per l’applicazione della Tariffa sui rifiuti ‘TARI’ adeguato alle disposizioni normative del Decreto Legislativo n. 116 del 03 settembre 2020, in seguito a precise direttive europee, con efficacia applicativa dal 01 gennaio 2021, esclude dalla tassazione le superfici delle imprese industriali destinate alla trasformazione e alla lavorazione della materia. È doveroso ammettere che il distinguo è giusto, poiché lo scarto di produzione non deve essere considerato Rifiuto Urbano ma Rifiuto Speciale che segue un suo specifico canale di smaltimento e che non viene gestito dal servizio comunale di igiene urbana. Sono invece considerati urbani i rifiuti prodotti in altre aree aziendali, come gli uffici, le mense, gli spogliatoi, i servizi igienici, gli spazi interni e devono essere conferiti al pubblico servizio.

Le imprese hanno quindi presentato una dichiarazione della planimetria in scala di tutte le superfici occupate dalla propria attività, indicandone la destinazione d’uso. Applicando la normativa, a diverse aziende sono state applicate considerevoli riduzioni della tassa TARI. I conti però non tornano, poiché a tutte le utenze non domestiche sono stati lasciati in dotazione gli stessi identici contenitori forniti all’inizio della raccolta ‘porta a porta’. Mantenendo invariata la capienza e il numero delle esposizioni, tutte le aziende nessuna esclusa, conferiscono la stessa quantità di rifiuti, pure quelle che stanno pagando meno. Ovviamente i costi per il servizio pubblico di igiene urbana non hanno avuto una corrispondente diminuzione.

Se l’intera tariffa viene ripartita fra due tipologie di utenze ‘domestiche e non’ e le aziende stanno pagando meno su chi viene riversata la differenza? Unicamente sull’altra categoria in causa e cioè sulle utenze domestiche e quindi sulle ‘famiglie’.
La soluzione a questo problema è attivare al più presto la tariffazione puntuale a tutte le aziende, in particolare a chi sta pagando meno e stabilire con un semplice calcolo quante esposizioni annuali sono comprese nella parte variabile relativa agli svuotamenti in tariffa e conteggiare di conseguenza quelli eccedenti che ovviamente saranno a pagamento.

Le dimissioni

Dopo tre anni di insistenza, in qualità di assessore all’Ambiente (ora ex) e sostenuto dal gruppo di minoranza Impegno Civico, dal primo di gennaio 2023 anche Vobarno partirà con la tariffazione puntuale. Purtroppo questa non si baserà sui principi fin qui illustrati e già adottati da altri comuni o da chi inizierà nel 2023. L’Amministrazione comunale vuole introdurre un metodo talmente anomalo che di tariffa puntuale ha solo il nome ma non lo è di fatto.

È stato aumentato impropriamente, mediamente di una decina di esposizioni, il numero degli svuotamenti per ciascuna tipologia di utenza domestica da uno a sei o più componenti famigliari, cosa completamente contraria al principio di riduzione della produzione di indifferenziato e inoltre, nota molto dolente, nulla è stato fatto per riequilibrare i costi alle utenze non domestiche al fine di evitare che le famiglie si facciano carico di questo onere… da qui il motivo delle mie dimissioni.

Questa è stata una scelta politica di Giunta… ‘cambiare tutto per non cambiare niente’ ma non si può accettare che si cambi in peggio. Nell’ultimo consiglio comunale, insieme alla minoranza, ho chiesto ufficialmente che questo argomento venga portato in discussione nel prossimo, cosa peraltro inevitabile e doverosa trattandosi di una variazione del «regolamento di igiene urbana per l’applicazione della tariffa corrispettiva con sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico».  

Claudio Zanoni
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