Woodstock: un concerto che cambiò il mondo della musica
di Giulia Benedetti

Nei libri scolastici ho notato che questo importante avvenimento della storia della musica è poco trattato. Perciò mi sono chiesta perché non scriverci su un bell'articolo per farlo conoscere a tutti, anche alla nuova generazione


Nel 15 agosto 1969, esattamente 53 anni fa, la cittadina di Bethel, nello Stato di New York, ospitò il più grande festival musicale di tutti i tempi: Woodstock. L’evento nacque dall’intuizione di quattro giovani poco più che ventenni, che volevano mettere su un concerto mai organizzato prima: una maratona ininterrotta, piena di pace, musica e rock.

Fra le 400 e le 500mila persone
(ma c'è chi parla di numeri ancora maggiori) assistettero al concerto più unico della storia. Un non-stop di musica, con alcuni tra i più grandi musicisti dell’epoca e di sempre per esempio: Joan Baez, Santana, Janis Joplin e Jimi Hendrix.
Nomi pazzeschi che portarono una marea di persone, in tanti riuscirono ad entrare gratuitamente forzando i cancelli che avrebbero dovuto delimitare l’area.
Tra la bellissima musica e la pace, il pubblico faceva uso di quantità enormi di marijuana e LSD (soprannominato "Orange Sunshine").

Woodstock ebbe comunque una grande carica simbolica la cui notorietà continua ancora oggi, infatti, fu un grande evento della storia del rock e del costume, che segnò l'apice della diffusione della cultura hippie.

Però ci furono anche degli imprevisti, che portarono il governatore dello Stato di New York a dichiarare Woodstock "area disastrata".
Per esempio i ragazzi erano immersi nel fango (per via delle piogge torrenziali) oppure i servizi igienici erano fuori uso. Ogni tanto passavano dei trattori per "pulire" il terreno e uno di questi investì addirittura un ragazzo, che era coperto dal suo sacco a pelo. Un’altra vittima fu un marine diciottenne che morì per overdose di eroina.

Pensate che di questo grandissimo evento esistono molte leggende metropolitane.
Forse la più famosa è quella dell'esperimento CIA. Il pianista inglese Ricky Hopkins, scomparso nel ’94, sosteneva che Woodstock fosse stato un esperimento dei servizi segreti per liberarsi, in una volta sola, diffondendo droghe e trascurando la sicurezza e l'igiene, di tutta la popolazione hippie degli anni Sessanta.

Riprendendo il discorso, la vera star di Woodstock fu il pubblico.
E così i partecipanti – che in gran parte erano decisi a dire NO alla guerra del Vietnam – trascorsero tre giorni nella natura: ascoltarono musica, sentendosi parte di una comunità, si avvicinarono ad altre persone e all’umanità, nel nome dell’amore e della compassione.

Concluse questo pazzesco concerto Jimi Hendrix,
alle 9 del mattino del 18 agosto 1969, di fronte a un pubblico ridotto a  20.000 persone.
Jimi si esibì alla luce del sole per creare quella che in seguito diventò la storia di Woodstock, suonando con la sola chitarra elettrica The star spangled banner, l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America.

Giulia Benedetti

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