Un'antica produzione delle valli bresciane
di Cesare Fumana

Le armi bianche antiche, risalenti ai secoli che vanno dal XV al XVII, molte di fabbricazione bresciana, sono state le protagoniste di una presentazione, martedì sera, presso il municipio di Odolo, promosso dal Rotary Valle Sabbia.

Nell’ambito della consueta attività culturale promossa dal Rotary Valle Sabbia è stato organizzato un incontro presso il cortile del Palazzo Municipale di Odolo dove protagoniste sono state spade, alabarde e altre fogge di armi bianche risalenti ai secoli che vanno dal XV al XVII.

A mostrarle il maestro Roberto Gotti, esperto e collezionista di armi bianche antiche che a un attento pubblico ha mostrato una selezione di circa trenta spade e una ventina di armi in asta in massima parte di fabbricazione bresciana.

La lavorazione del ferro è stata fin dalla preistoria una prerogativa delle popolazioni della terra bresciana, in particolare delle tre valli. Il massimo fulgore delle fucine e dei magli bresciani si ebbe all’epoca della Repubblica Serenissima di Venezia quando anche dalle fucine della Valle Sabbia partivano alla volta della laguna e da lì per il resto dell’Europa i manufatti in ferro.

Se la produzione valsabbina era principalmente rivolta agli attrezzi agricoli vi sono testimonianze di produzioni armiere proveniente dal forno fusorio di Livemmo, in particolare per armare le flotte veneziane che combatterono contro i Turchi nella famosa battaglia di Lepanto.
Il maestro Gotti, facendo un excursus storico anche sull’arte marziale, ha mostrato varie tipologie di spade, evidenziando per ciascuna, il periodo di fabbricazione, la provenienza e l’uso che se ne faceva. Diverse portavano incisa la scritta Caino, il luogo di produzione.

Erano inoltre in visione una decina di volumi del XVI - XVII secolo, scritti da maestri d'arme, di enorme valore storico ed economico parte della sua collezione privata. Dopo la diffusione della stampa, infatti, diversi maestri d’arme italiani, i più apprezzati dell’epoca, scrissero numerosi trattati sull’uso delle armi bianche, dai quale si evince anche un’etica del soldato e del combattimento.

L’avvento delle polvere da sparo relegò le armi bianche non più a strumenti di guerra, ma ad uso personale per il duello, che in molti Stati rimase una forma di dirimere questioni fra privati codificata in apposite leggi, oppure a semplice accessorio di militari e di nobili.
E nelle valli bresciane vi fu la riconversione industriale da armi bianche ad armi da fuoco, produzione che continua tuttora.

Al termine della presentazione si è potuti assistere nel cortile del municipio a una piccola esibizione di combattimento figurato, offerta dal maestro Roberto Gotti e da un suo allievo.
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