I numeri dell'acqua, quanta ne abbiamo, quanta ne manca, chi la consuma
di Mariano Mazzacani

«Acqua, acqua ovunque, e neanche una goccia da bere!» The Rime of the Ancient Mariner di Samuel Taylor Coledridge


In questo momento particolare quando ci avviciniamo all’acqua, non possiamo che valutare la sua importanza in termini di risorsa fondamentale per la vita umana. Non dobbiamo però mai dimenticare che l’acqua non è solo questo.
Affrontando il tema della disponibilità dell’acqua non possiamo che utilizzare numeri che restituiscono un quadro sicuramente oggettivo poiché “ i numeri non mentono mai”.

I numeri significativi dell’acqua sono moltissimi
e ci servono a descrivere il mondo naturale che ci circonda.
Dobbiamo iniziare, per forza di cose, dalla sua semplice formula: H2O, una molecola, tre atomi, due di idrogeno ed uno di ossigeno, 1, 2 e 3. Questa molecola è particolarmente diffusa sul nostro pianeta tanto che (circa) il 60% della sua superficie è coperto da un oceano profondo almeno 1,6 chilometri.

Si stima che
la quantità di acqua, complessivamente a disposizione, sia tra i 1.360.000.000 e 1.400.000.000 kmc, considerando sia la forma liquida, solida ed aeriforme.
Qualcuno ha fatto notare che il nostro pianeta dovrebbe chiamarsi Acqua invece che Terra ma come ben sapeva, il vecchio marinaio, la maggior parte di quest’acqua, ben il 97,5%, è acqua salata e non utilizzabile per gli usi umani.

L’acqua dolce disponibile, purtroppo, è solamente una piccola parte, il 2,5% della totalità.
La maggior parte di questa è stoccata ai poli e nei ghiacciai. Quella facilmente disponibile è meno dell’uno per cento: la potremmo contenere in un “piccolo” contenitore di 1.400 km di lunghezza, largo 2500 km ed alto 400 km! Certamente non un contenitore usuale ma certamente molto piccolo se proporzionato alla domanda di acqua, un bene finito, in continuo aumento a causa dell’aumento della popolazione mondiale, siamo ormai in 8 miliardi, e del conseguente inquinamento che pesa enormemente sull’integrità della risorsa.

Una particolare attenzione dobbiamo porla sull’inquinamento visto l’impatto che questo potrà avere sul futuro della disponibilità di acqua.
Dati emblematici ci raccontano dello sfruttamento dissennato della risorsa.
In Cina l’inquinamento è una piaga in continuo aumento.

Un rapporto delle autorità locali accertano che oltre l'80% delle acque del sottosuolo prelevate da pozzi poco profondi e usate da aziende agricole, fabbriche e famiglie rurali non è potabile perché inquinato! In genere si tratta di inquinamento da nitrati e metalli pesanti e da altri agenti altamente tossici.
La maggior parte del Fiume Giallo è così inquinata che non è sicuro neppure nuotarci. I ¾ del fiume che fornisce l'acqua al 12% degli 1,3 miliardi di cinesi e al 15% delle zone agricole sono stati gravemente contaminati da scarichi fognari, scarti industriali, fertilizzanti e altre sostanze inquinanti.
Ma c’è di più: lo Yangtze è il fiume più inquinato dai rifiuti al mondo e riversa in mare circa 1.5 milioni di metri cubi di immondizia ogni anno.

Si stima che a livello planetario
siano otto milioni le tonnellate di spazzatura che arrivano in mare dai fiumi, ma è quasi certo che il dato sia sottostimato.
Quel che è certo è che il 90% di tale mole di inquinanti proviene da dieci fiumi, tutti in Asia e in Africa. Secondo l’Helmholtz Center for Environmental Research di Leipzig dei 57 fiumi dei 5 continenti analizzati i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science and Technology si evidenzia che i dieci fiumi citati trasportano il 93% dei rifiuti fluviali del mondo.

Si tratta del fiume Azzurro (lo Yangtze, appunto) e il fiume Giallo, il fiume Hai e Pearl, anche questi in Cina, il fiume Amur, al confine fra Russia e Cina, e il fiume Mekong, che invece attraversa Laos, Thailandia, Vietnam e Cambogia. Seguono poi i sacri fiumi indiani Indo e Gange ed infine i fiumi Niger e il Nilo in Africa.

Completiamo il quadro riportando un dato che mostra la drammaticità di questa situazione: l’Asia ospita il 60% della popolazione mondiale mentre la sua disponibilità di acqua è del 36%.
Questi dati dicono che ci troviamo un’area già sottoposta a stress idrico. Un quadro su cui dovremmo riflettere ed agire quanto prima per preservare le risorse idriche.

Su queste criticità si innescano anche meccanismi politici che potrebbero sfociare in veri e propri conflitti per l’acqua.
Su tutto la questione dell’occupazione nel 1948 da parte, appunto, della Cina del Tibet che è il principale spartiacque dell'Asia e vi nascono numerosi fra i più importanti fiumi del continente: Yangtze (Chang Jiang ) 6.300 km; Huang He 5.464 km; Mekong 4.880 km; Indo circa 3.000 km; Brahmaputra 2.900 km; Salween 2.800 km; Karnali (affluente del Gange) 917 km; Sutlej 1.450 km; Controllare le sorgenti significa controllare la risorsa che potrà andare a valle con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista economico-sociale.

Continuiamo però a parlare di disponibilità.
Sappiamo con certezza che la quantità di acqua a disposizione sulla terra non varia, oggi ne abbiamo a disposizione la stessa quantità di acqua che avevamo nel 1.900 o come al tempo dei Sumeri. Il fatto è che nel 1900 la terra contava solamente 1.650.000.000 abitanti, è presumibilmente al tempo dei Sumeri, non si muovevano non più di 25 milioni di umani!

Ma quanta acqua abbiamo facilmente a disposizione per gli usi umani?

Vediamo quali sono questi numeri:

1. Il volume delle risorse d'acqua dolce è di 35 milioni di Km3, o il 2,5% del totale;

2. Di queste risorse d'acqua dolce 24 milioni di Km cubi o il 68,9% è sotto forma di ghiaccio e di neve permanente in regioni di montagna, nelle regioni dell'Antartico e dell'Artico;

3. 8 milioni di Km cubi o il 30% è situato sottoterra. Questo costituisce circa il 97% di tutta l'acqua dolce che potenzialmente può essere utilizzata dagli uomini;

4. L'acqua dolce contenuta nei fiumi e nei laghi è di 105.000 Km cubi o lo 0,3% del totale dell'acqua dolce mondiale;

5. Il totale dell'acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 Km cubi d'acqua, che è l'1,43 % di tutte le risorse d'acqua dolce e solo lo 0,014 % di tutta l'acqua della terra.

*Dati Green Cross Italia/unwater


Nel mondo la domanda di acqua è cresciuta di 6 volte nel corso degli ultimi 100 anni, del secolo scorso, mentre la popolazione è aumentata di circa 3 volte. Di fatto la sua domanda è raddoppiata.
Si calcola che dal 1980 la sua domanda cresca al ritmo di 1% ogni anno. Ciò è dovuto ad insieme di concause: aumento della popolazione, modello di sviluppo economico che porta con sé modelli di consumo poco sostenibili.

Nonostante tutto il settore economico che consuma più acqua rimane l’agricoltura, a livello mondiale, si mantiene sul 69% considerando anche l’allevamento e l’acquacoltura.
Nei Paesi in via di sviluppo tale valore si attesta al 95%! Nonostante questo consumo della risorsa il contributo in termini di Pil dell’agricoltura è solo del 4%!
Dal punto di vista degli economisti, l’impiego di acqua nell’agricoltura ha un valore aggiunto molto basso, in prospettiva di economia globale! Certamente è urgente introdurre, in tutto il mondo, nuove tecnologie per irrigazione delle colture ma non dobbiamo mai dimenticare che l’acqua per l’agricoltura serve a produrre cibo!

Riguardo l’uso agricolo della risorsa
, abbiamo dati che certificano che entro il 2050 la domanda di cibo aumenterà del 60% la cui quasi totalità dipenderà da coltivazioni irrigue (50%) non vi sono dati certi su quanta acqua avremo a disposizione per tali produzioni!
La FAO stima che sarà possibile aumentare l'uso di acqua solo del 10%. Secondo Water Resources Group con le tendenze attuali nel 2030, il 40% della popolazione mondiale sarà sottoposta a deficit idrico e nel 2050 questo valore potrebbe salire a circa il 60% della popolazione globale.

Certamente un livello di forte stress idrico
.
Su questi temi vi sono stime, da parte di molti istituzioni internazionali come AQUAMAPS e AQUASTAT, rispettivamente interfaccia regionale e globale dei dataset sulle risorse idriche dei territori, ma altre analisi sulle risorse e gestioni idriche per Regioni e per Paesi, realizzate dalla Water Division della FAO.

Il quadro che ci disegnano non è confortante, vivremo veramente in un mondo assetato?
Beh potrebbe accadere veramente se non riusciremo ad avere un approccio più pragmatico rispetto all’uso della risorsa.
Starà alla buona volontà di tutti noi modificare queste previsioni.

Mariano Mazzacani

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