Dalla Valcamonica Mottinelli dice la sua
Ho letto con sorpresa della posizione del vicepresidente della Comunità montana della Valle Sabbia in merito alle riflessioni scaturite a Idro....
Dalla Valle Camonica anche Pier Luigi Mottinelli dice la sua.


Dalla Valle Camonica anche Pier Luigi Mottinelli, sindaco di Cedegolo e consigliere Uncem, interviene sulla querelle Comunità montane sì, comunità montane no.
Lo fa con una lettera al Giornale di Brescia riferendosi alla presa di posizione del vicepresidente comunitario valsabbino Giorgio Bontempi, prima di tutti diffusa da Vallesabbianews.
Riportiamo volentieri anche le parole di Mottinelli.
Sig. Direttore,
leggo con sorpresa sul suo giornale in data 25 settembre la lettera del vicepresidente della Comunità montana di Valle Sabbia, che svolge delle sue considerazioni sulle riflessioni scaturite ad Idro, durante il convegno di rilievo nazionale, o almeno così doveva essere nelle intenzioni degli organizzatori, viste le personalità di primo piano del Governo nazionale in scaletta, che poi non sono intervenute.
La sorpresa non è tanto nel prendere atto della velleitaria difesa di un amministratore-militante della Lega, almeno così sembra dal ragionamento che svolge, di fronte ad un esponente bresciano della Lega Nord, sottosegretario del Governo nazionale, che su un tema del quale non ha delega, esprime sicurezze, spacciandole come «ufficiali», tanto lontane dalla storia dei Comuni e delle autonomie locali della montagna e pertanto è contestato.
Quanto nel constatare come il pensiero politico della Lega Nord a Brescia, che si ammanta di federalismo per combattere il centralismo romano, sembra muoversi solo per slogan demagogici.

Perché la Lega Nord è contraria alle Comunità montane, direi «di montagna», tanto per uscire dal banale dibattito aperto da Gian Antonio Stella, con il libro «La casta»? Me lo sono chiesto e non ho trovato risposta, se non quella maliziosa, ne ho coscienza, ma non ne trovo altre, del fatto che nel variegato panorama delle oltre 330 Comunità montane, gli esponenti della Lega Nord non hanno particolari responsabilità. Tanto è vero che invece, per un altra autonomia locale, dopo aver detto in campagna elettorale che si chiudevano le Province, a Cernobbio il ministro dell’Interno si è affrettato a dire che non se ne faceva più niente. Se poi l’esempio degli amministratori leghisti è quello del vicepresidente della Comunità Montana di Valle Sabbia, che ravvisa l’inutilità di un organismo nel quale ha dirette responsabilità di governo e che ritiene vada chiuso, il consiglio scontato è che inizi con il dare l’esempio e si dimetta.

Le risorse destinate dal Governo alla montagna sono poche, anzi pochissime, e non sono per niente sufficienti a scongiurare lo spopolamento verso i grossi centri, nemmeno ad indennizzare le popolazioni dal prelievo delle risorse quali l’acqua, sia essa per scopo di produzione idroelettrica sia per uso potabile.
Le dimensioni demografiche dei Comuni in montagna sono poi talmente ridotte, ma hanno invece grandi estensioni dei territori dalle caratteristiche impervie che aumentano le difficoltà di garantire i collegamenti, che le forme associate, delle quali le Comunità montane sono l’esempio più felice, rappresentano la possibilità, direi unica, per i Comuni di dare ai propri concittadini quella qualità dei servizi, che altrimenti non sarebbe possibile.
Basti pensare alle funzioni catastali, ai servizi culturali e turistici, ai servizi sociali, alla Polizia locale, alla stessa rappresentanza politica che, nell’unione di più realtà, esce rafforzata e capace di essere ascoltata.

Se si vuole poi risparmiare, ma davvero, sia in maniera sostanziale, sia solidaristica, si inizi con la decurtazione degli stipendi a parlamentari e consiglieri regionali, che solo con l’emolumento mensile superano alcune annualità delle indennità degli amministratori comunali e delle Comunità montana; si rivedano le aree metropolitane e alcune Province che non hanno ragione di esistere; si attivino processi legislativi, prendendo ad esempio la legge sui sovracanoni idroelettrici, per indennizzare le popolazioni della montagna del consumo del territorio, del prelievo dell’acqua per uso potabile.
Solo così sapremo permettere ai giovani di rimane sulle montagne, senza che si sentano più sfortunati rispetto a quelli che abitano nei grossi centri, perché la qualità della vita che conducono non è inferiore.

Mi auguro che ad Idro sia andato in onda un «fuori programma» e che i tentativi di difendere tesi, che non fanno onore alla gente di montagna si fermino qui, perché di fronte alla posizione stessa della Regione Lombardia che difende la propria legge sulle Comunità montane e le forme assodate e che non credo possa essere accusata di scarsa sensibilità federalista, la posizione della Lega Nord risulta inspiegabile.
Siamo invece disponibili, come amministratori della montagna, in maniera trasversale alle posizioni politiche, come dimostrano i pronunciamenti dell’Uncem, a concorrere a migliorare, con modifiche legislative, alle forme associative, per meglio rendere efficace la loro azione, ma chiediamo che la conoscenza e l’esperienza che dimostriamo con i fatti, siano rispettate.

Non vorrei infatti, che il dibattito sul federalismo, che sento enunciare come panacea di tutti i mali, ancora dal 2001 al 2006, nel precedente Governo Berlusconi partecipato dalla Lega, senza che peraltro abbia scaturito alcun esito, si risolvesse nel rendere ancora più povero chi ha meno, come le zone della montagna, di fronte al contemporaneo impoverimento delle forme di democrazia, quali sono i Comuni associati nelle Comunità montane, lasciando inalterate le vere disfunzioni ed i veri sprechi che esistono.

PIER LUIGI
MOTTINELLI
Sindaco di Cedegolo
Consigliere nazionale UNCEM
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