Ma quale bomba 1
di red.

Dopo l’incontro fra Acque Bresciane ed i rappresentanti delle associazioni ambientalistiche che in questi anni si sono occupate del progetto di depurazione del Garda, ecco il comunicato diffuso dal Coordinamento del Presidio 9 agosto


Alla presenza di un folto gruppo di rappresentanti delle associazioni ambientaliste che in questi anni si sono occupate del progetto di depurazione del Garda, si è svolto mercoledì sera presso la sala Sant’Agostino di Palazzo Broletto un interessante incontro organizzato da Acque bresciane, per illustrare ai convenuti i risultati dell’ultima indagine condotta dalla soc. Drafinsub alle condotte sublacuali che da Toscolano convogliano i reflui dei comuni della sponda bresciana a Torri del Benaco per poi essere immessi, attraverso altre condotte, al depuratore di Peschiera.

Grazie alla disponibilità dei tecnici della soc. Acque Bresciane, il problema dello stato di salute delle condotte sublacuali è stato affrontato con chiarezza e trasparenza, dando modo di aprire un dibattito che ha dato la possibilità ai presenti di esprimere dubbi, porre domande ed esporre considerazioni, a dimostrazione del fatto che ai comitati e alle associazioni, spesso considerati interlocutori scomodi, viene sempre più riconosciuto un ruolo significativo di sentinelle a difesa dei propri territori.

Confermata e sottolineata dai tecnici presenti l’inesistenza di un’emergenza ambientale ed ecologica rappresentata dalle condutture sublacuali, in funzione dal 1985, la recente ispezione ha tuttavia messo in luce la necessità di eseguire controlli periodici finalizzati al monitoraggio e alla rimozione delle concrezioni corrosive che quest’anno registra un trend evolutivo da non sottovalutare.
L’area interessata, infatti, si allunga fino a coinvolgere i tratti di condotta in basso fondale, raggiungendo ad ora una lunghezza di circa 3 km per quanto riguarda il tratto bresciano.

Importante sottolineare che le condotte mantengono per lo più il loro spessore originale, le bioconcrezioni si sono sviluppate solamente sulle superfici esterne mentre l’interno delle condotte non presenta alcun problema. I punti in cui le concrezioni intaccano l’acciaio, vengono trattati con l’applicazione di resine epossodiche e clampe di rinforzo. Grazie a questi interventi le parti trattate non hanno ad ora registrato alcun problema.

Non si conoscono le cause che hanno scatenato questa proliferazione che si presume dovuta ai cambiamenti climatici in atto, per questo sono state coinvolte alcune università che hanno il compito di studiare il fenomeno e possibilmente trovare soluzioni idonee.

Acque Bresciane garantisce che nessuna fuoriuscita di reflui sia mai stata registrata; le concrezioni più evidenti hanno un diametro esterno di circa 4 cm, ma penetrano nell’acciaio in forma conica raggiungendo al massimo 1 millimetro di apertura e nessuna concrezione ha mai forato le condotte. Infatti la quantità di reflui registrata in ingresso alla stazione di Toscolano Maderno è sempre pari alla quantità registrata in uscita alla stazione di Torri del Benaco.

La società garantisce che le ispezioni e le operazioni di manutenzione sono costanti e proseguiranno in futuro.
Probabilmente per la primavera del 2023 si ipotizza un nuovo intervento straordinario. Quanto sopra non impedisce ai tecnici di Acque Bresciane di affermare che, con le dovute manutenzioni, le condotte possono rimanere in funzione ben oltre la data stimata di 40 anni di esercizio.

La dismissione è vincolata dagli accordi politici del 2017 secondo cui la parte bresciana del lago non può più avvalersi della condotta che da Torri del Benaco porta i reflui bresciani al depuratore di Peschiera. Accordi politici che nulla hanno a che vedere con la salute e il buon funzionamento delle condotte sublacuali.

Sappiamo ora per certo che le condotte non rappresentano un manufatto critico, anzi! Rileviamo quindi l’inconsistenza di quanto testualmente scrive l'Universitá di BS nell'aggiornamento 2019, riguardo all'introduzione del criterio discrezionale di valutazione delle ipotesi progettuali legato ai tempi di dismissione del collettore sublacuale (pg. 16): "È riconosciuta infatti la necessità di dismettere quanto prima la condotta sublacuale (recentemente oggetto di un costoso intervento di manutenzione), che risulta manufatto critico dal punto di vista della salvaguardia ambientale e nello stesso tempo problematico per quanto riguarda la effettuazione di interventi di manutenzione straordinaria, vista l’elevata profondità del fondale su cui le tubazioni sono adagiate".

Alla luce di quanto scaturito dall’incontro con Acque Bresciane, riteniamo dunque palesemente infondata la necessità di un commissariamento, e che lo studio sulla localizzazione dei depuratori è inficiato nei suoi criteri di valutazione e nelle sue conclusioni, basate su un'inesistente minaccia alla salvaguardia ambientale.

In conclusione si è avviato un confronto su nuove tecnologie e nuovi materiali che potrebbero essere utilizzati, dopo la dismissione delle attuali condotte sublacuali, per altre condotte sublacuali. Le considerazioni emerse durante il dialogo ci portano a pensare che esiste la possibilità tecnica di percorrere strade alternative a quanto la commissaria, in continuità con il suo predecessore, ha indicato.

Dal canto nostro continueremo a mantenere vivo il confronto ogni qualvolta ce ne verrà data la possibilità, al contempo continueremo a sostenere con determinazione la netta contrarietà alla realizzazione dei nuovi depuratori del Garda a Gavardo e Montichiari con scarico nel fiume Chiese, ritenendo Peschiera, con il fiume Mincio come corpo recettore, il luogo idoneo per la depurazione dei reflui del lago.

Brescia, 25 agosto 2022 Il comitato di coordinamento del Presidio 9 agosto

Comitato Ambiente Territorio Basso Garda
Comitato Mamme del Chiese
Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia
Tavolo Provinciale Basta Veleni

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