Fontane vecchie e nuove
di red.

Dopo aver chiarito con l'Aato che l'acqua che alimentava le fontane era quella di scolmo e non quella della dell'acquedotto, il comune di Casto ha pensato di restaurare alcune «vasche» storiche presenti sul proprio territorio.

Tutti i paesi di montagna hanno nel centro storico o lungo la vie delle fontane.
Un tempo servivano per far abbeverare il bestiame oppure servivano alle lavandaie per lavare i panni.

Adesso hanno più il ruolo di arredo urbano più che di utilità pubblica, anche se non è raro vedere passanti, in particolare i ciclisti, sostare presso una fontana per riposarsi e bere un sorso di acqua fresca.

Così anche il comune di Casto ha pensato di restaurare alcune «vasche» storiche presenti sul proprio territorio.
Lo ha fatto però dopo aver chiarito con l’Aato (l’Autorità d’ambito territoriale ottimale, cui compete la gestione del ciclo idrico integrato, gli acquedotti detto in parole semplici) che l’acqua che alimentano queste fontane è solo quella di scolmo, ovvero acqua che non entra nella rete dell’acquedotto e che andrebbe comunque persa, altrimenti il comune sarebbe stato obbligato a pagarla come consumo.

Questa diatriba ha interessato anche altri comuni montani che si erano ritrovati nella stessa situazione di Casto.

Dopo questo chiarimento il comune ha deciso di restaurare e rimettere in funzione l’antica “Fontana quadra”, quella che si trova sotto la provinciale sulla strada che da Briale porta in Valle Duppo e un’altra vasca nella valle del Vrenda.

Nella zona del percorso storico-naturalistico del parco delle Fucine è stata poi realizzata una nuova fontana in legno alimentata dall’acqua della sorgente del torrente Pissot, a disposizione di coloro che frequentano il percorso ferrato e le pareti di arrampicata.
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