Crolla la fiducia delle aziende bresciane
di redazione

Nel 1° trimestre del 2022, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si è attestato a 108, confermando la tendenza in ribasso riscontrata nelle ultime rilevazioni. La causa? La preoccupazione per i risvolti del conflitto russo-ucraino.  A evidenziarlo sono risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria
 


 
Oltre al clima di sfiducia delle aziende bresciane si aggiunge anche il minore dinamismo del settore industriale, che lamenta la progressiva riduzione della marginalità (dovuta al “caro materie prime” e al “caro energia”), con evidenti ricadute in termini di commesse e investimenti. Nonostante ciò, Il quadro di fondo rimane tuttavia complessivamente positivo.
 
«Oggi, pur nella diminuzione generale dei dati sulla fiducia delle imprese attive nel comparto, permane un senso di "pacato allarmismo", soprattutto per questioni su cui le aziende del settore Terziario non possono incidere» commenta Fabrizio Senici, Presidente del Settore Terziario di Confindustria Brescia «Le nostre aziende hanno ben chiara la situazione, ma sanno anche che devono continuamente investire sull'innovazione per rispondere tempestivamente alle mutate esigenze dei propri clienti.»
 
Da inizio anno, il fatturato è aumentato per il 49% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 30% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +22% e a +30%); mentre i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +28%); una tendenza che ha origine dalla dinamica inflattiva dei beni industriali, che ora si sta propagando al settore del terziario.
 
Ciò che invece si prevede per l’immediato futuro è una crescita del fatturato, con un saldo positivo del 24%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+34%) e all’occupazione (+30%) sembrano prevedere un ulteriore rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+32%), come punto di forza per la fase rialzista. 
 
Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive generali dell’economia italiana divengono negative, andando a riflettere, in primo luogo, le evidenti incognite sulle politiche nazionali di approvvigionamento degli input energetici, la forte riduzione della marginalità delle imprese, nonché il crescente deterioramento del potere di acquisto delle famiglie, che si riverbera negativamente sulla loro propensione al consumo. Nel dettaglio, il 13% degli imprenditori ha espresso un orientamento ottimistico, a fronte del 43% che prevede stazionarietà e del 44% che ha invece una visione negativa.
 
Addentrandosi nello specifico, lo studio rivela che il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, si attesta a 98, contro 119 del periodo precedente. Nonostante il fatturato sia aumentato per il 50% delle imprese, con un saldo positivo del 22%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +22% e a +27%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione in rafforzamento (saldo netto pari a +33%). Ed anche per quanto riguarda le prospettive a breve termine le indicazioni sono positive.
 
Nel settore digitale il clima di fiducia delle imprese, si attesta a 127, in continuità con i precedenti rilevamenti. Negli utlimi mesi, infatti, il fatturato è aumentato per il 67% delle imprese; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +27% e a +33%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione debolmente crescente (saldo netto pari a +13%). Riguardo alle prospettive a breve termine anche in  questo caso si conferma la tendenza al rialzo.
 
Per quanto riguarda le imprese del comparto dei servizi, Il clima di fiducia, si attesta a 103, in contrazione rispetto al periodo precedente (133), sebbene il fatturato sia aumentato per il 33% delle imprese; gli ordini e l’occupazione hanno evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +17% e a +34%) ed i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione rialzista (+33%). Anche per queste aziende le prospettive a breve termine prevedono che  il fatturato sia in crescita con un saldo positivo dell’8%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+16%) e all’occupazione (+17%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 42%. 

Indipendentemente dai dati, ciò che le imprese bresciane rilevano è una situazione di instabilità e quindi una mancanza di fiducia verso il prossimo futuro. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano negative: il 17% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, a fronte del 42% che prevede stazionarietà e del 42% che invece propende per una flessione.
 

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario.
 
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