Mafia ed economia, incontro alla Scar
di Redazione

Nell'ambito dei progetti sull’educazione alla legalità i ragazzi del Cfp di Roè Volciano hanno incontrato il senatore Luigi Gaetti, già Sottosegretario agli Interni con delega all’Antimafia


Prosegue l’impegno della Scar nell’educazione alla legalità e al contrasto delle mafie. Gli allievi del CFP di Roè Volciano hanno ricevuto la visita di un testimone privilegiato di tutto rilievo, il senatore Luigi Gaetti, che nel 2018 è stato Sottosegretario agli Interni con delega all’Antimafia.

“Nessuno è più odiato di colui che dice la verità”: l’esordio dell’intervento di Gaetti ha preso spunto da una celebre frase di Platone tratta dall’Apologia di Socrate, poiché questa sembra essere la sorte di chi vede e denuncia.

La finalità dell’incontro era quella di mostrare ai ragazzi come le mafie sono cambiate: non sono più solo “coppola e lupara”, per citare le parole di Gaetti, ma sempre di più economia. Se in passato prevalevano i sequestri di persona, oggi le nuove mafie si arricchiscono in maniera importante attraverso attività come lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni, l’usura, il gioco d'azzardo e il traffico di rifiuti.

Per dare un'idea di quanti denari posseggono le mafie il senatore si è avvalso di alcuni articoli di giornale che parlano di imprenditori che muovono illegalmente miliardi di euro o di come, con azioni che sembrano giochi di prestigio, avviene l’iniezione di capitali mafiosi in imprese pulite.

Per far capire meglio all’uditorio i subdoli meccanismi delle mafie ha fatto riferimento al noto sistema Montante: il caso dell’ex vicepresidente di Confindustria della Regione Sicilia coinvolto in numerosi illeciti di stampo mafioso che, grazie al sistema di relazioni di cui godeva, è riuscito ad aggirare le indagini ed evitare ogni condanna per reati a questi riconducibili a favore di reati assai minori. Un “clamoroso caso di mafia trasparente” come l’ha definito la giudice Luparello!

Il senatore ha poi spiegato che la mafia non agisce solo nel sud Italia, anche il territorio lombardo appunto si è scoperto non essere immune alle infiltrazioni di questo tipo di criminalità organizzata. Ha contestualizzato riferendo del fenomeno degli imprenditori del nord che acquistano fatture false per ritoccare i loro bilanci e che sono quindi ben consapevoli di fare affari con delinquenti!

Il dottor Gaetti ha infine citato una ricerca da lui stesso sovvenzionata e condotta in collaborazione con Unimi che ha portato alla scoperta di numerose ditte i cui proprietari o top manager erano nati a Cutro, in provincia di Crotone, ma residenti ed operanti nel mantovano. È così emerso che nel periodo di crisi tra il 2007 e il 2008 mentre le ditte autoctone chiudevano quelle cutresi aprivano. Lo stupore dei ragazzi si è amplificato quando il testimone ha citato una ricerca che ha evidenziato un quadrilatero padano, rappresentato da Mantova, Cremona, Piacenza e Reggio, che ha delle analogie con questo fenomeno ovvero infiltrazione, insediamento e radicamento della ndrangheta nelle economie locali.

Ha continuato spiegando loro che purtroppo di tutti questi casi molti sanno e nessuno parla come se ci stessimo abituando in modo definitivo alle mafie e, ciò che è peggio, anche alla mafiosità, invitandoli ad una dura presa di coscienza.

Messaggi importanti per i ragazzi che hanno avuto modo di comprendere che “l'impresa mafiosa non è deputata alla sola creazione di profitto ma si pone in essere come un vero e proprio agente di trasformazione sociale. Nell’era moderna ci sono infatti diverse forme di capitale mafioso: non solo economico ma anche sociale, culturale e simbolico”. Di qui l’importanza di studiare le mafie del presente e non solo quelle del passato per conoscerle e poter sperare di riuscire a contrastarle ed infine fermarle. Questo è stato soprattutto l’invito rivolto al giovane pubblico poiché ne va del loro futuro di imprenditori e di cittadini.  

Quello con il senatore Gaetti è solo l’ultimo degli incontri promossi dai docenti del CFP SCAR e finalizzati ad aprire la mente dei loro allievi ed aiutarli a capire la realtà che li circonda a 360 gradi anche con argomenti che forse non sono di loro primario interesse ma che, se compresi, possono essere spunto di riflessioni interessanti e profonde.
 



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