Attacco di panico e iperventilazione
di Sabina Moro

Continuiamo a parlare di attacchi di panico. Vediamo insieme il ruolo dell’iperventilazione



“L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale”.

L’iperventilazione è una condizione che produce uno squilibrio nei rapporti tra ossigeno e anidride carbonica, riducendo notevolmente quest’ultima (condizione nota come “ipocapnia”) e aumentando i livelli di ossigeno nel sangue.

L’incremento della frequenza degli atti respiratori, mediante inspirazioni ed espirazioni molto rapide, produce delle modificazioni fisiologiche e dei sintomi che, se mal interpretati, possono spaventare.

Tra le modificazioni fisiche possiamo trovare l’ irrigidimento dei muscoli, la sensazione di soffocamento, palpitazioni, vertigini, formicolio, confusione, ecc. Questi sintomi solitamente peggiorano o si aggiungono a quelli già sperimentati durante un attacco d’ansia, nonostante non siano dannosi e scompaiano appena si smette di iperventilare.

Come puoi riconoscere la presenza di iperventilazione?

• respiri troppo velocemente

• respiri troppo profondamente

• sospiri o sbadigli più degli altri

• boccheggi e/o ansimi a bocca aperta

• mantieni la bocca aperta o fai respiri profondi quando devi svolgere delle attività

• respiri eccessivamente quando fai troppe cose e/o troppo in fretta

• respiri eccessivamente dopo aver fumato, aver bevuto troppi alcoolici e/o caffè

Come si può gestire l’iperventilazione? Quando la persona sta iniziando ad iperventilare è importante iniziare con il tranquillizzarla, ricordandole che quello che sta avvenendo è legato ad uno squilibrio tra ossigeno e anidride carbonica e che i sintomi che percepisce sono benigni. Successivamente è necessario che la persona proceda con l’esecuzione di una respirazione di tipo diaframmatico.

Un comportamento che si può mettere in atto è anche quello di provare a respirare all’interno di un sacchetto di carta, cosi da aumentare i livelli di anidride carbonica, o con il chiudere la bocca e una narice, sforzandosi di respirare solo con la restante.
Anche tecniche di rilassamento (come il training autogeno), l’attività fisica e/o una terapia psicologica possono essere d’aiuto per la gestione dell’iperventilazione.

Ovviamente, se l’iperventilazione viene sperimentata per la prima volta, per periodi prolungati e ripetuti e/o in condizioni non stressanti, può essere utile rivolgersi al proprio medico di fiducia al fine di escludere eventuali cause mediche, dato che l’iperventilazione può essere anche un sintomo tipico di alcune malattie. Nei casi in cui fosse associata una diagnosi medica, sarà poi il professionista ad indicare il trattamento più adeguato.

Dott.ssa Moro Sabina
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