10 Febbraio 2022, 09.54
Eco del Perlasca

La tragedia delle foibe

di Martina Cattane

Oggi, 10 febbraio, si commemorano le vittime del massacro delle foibe


Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare di questi avvenimenti, ma quanti sanno veramente ciò che è accaduto?

Innanzitutto vediamo cosa sono le foibe.
Si tratta di cavità naturali, molto profonde, che si trovano nella regione del Carso, tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia. Lì, durante la seconda Guerra mondiale, i partigiani jugoslavi di Josip Broz, detto “Tito”, un rivoluzionario, politico e militare, vollero vendicarsi contro i fascisti, e contro gli italiani in genere, residenti in quei territori.
Infatti, dalla fine della prima Guerra mondiale, alle popolazioni di quelle zone era stata imposta un’italianizzazione forzata, con i metodi violenti del regime: pestaggi e deportazioni nei campi di concentramento.

A partire dal crollo del regime fascista
con l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, tutti gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia (due zone del Friuli) furono dichiarati nemici del popolo, torturati e poi gettati a morire nelle foibe o deportati in Slovenia e in Croazia.

Quando nel 1945 Tito prese il potere in Jugoslavia e occupò la città di Trieste le violenze aumentarono.
Le esecuzioni avvenivano in un modo terribilmente crudele: i condannati venivano legati l’un l’altro con del filo di ferro e schierati sugli argini di queste fosse. Poi i primi tre o quattro della catena venivano fucilati e, precipitando, morti o gravemente feriti, trascinavano con loro tutti gli altri, che erano così costretti a trascorrere gli ultimi giorni delle loro vite sui cadaveri dei loro compagni, tra indicibili sofferenze.
Gli storici stimano che furono uccise circa 20.000 persone, se non di più, mentre almeno 250.000 furono costrette a fuggire in Italia.

Questo periodo di brutalità finì soltanto con la firma del trattato di pace di Parigi il 10 febbraio 1947, giorno poi scelto per ricordare queste vittime, in cui si decise che le città di Fiume, Zara, l’Istria, la Dalmazia, le isole del Quarnaro e parte della provincia di Gorizia dovessero essere annesse alla Jugoslavia.

Questo accordo
diede di fatto agli jugoslavi il diritto di confiscare i beni dei cittadini italiani rimasti sul territorio con  la promessa che poi sarebbero stati risarciti dal governo di Roma, cosa che non avvenne.
Inoltre Emilio Sereni, che ricopriva la carica di ministro per l’assistenza post-bellica, si rifiutò di ammettere nei campi profughi di Trieste nuovi profughi, i quali dovettero emigrare in varie parti del mondo per trovare una nuova patria.

La tragedia delle foibe restò confinata nel regno dell’oblio per quasi sessant’anni, fino al 2004, quando il Parlamento italiano istituì la giornata che oggi ricordiamo.

Perché passò così tanto tempo prima che questa data fosse riconosciuta?
Partiamo con il dire che il movimento di liberazione jugoslavo e il governo comunista di Belgrado consideravano queste stragi come atti di giustizia contro criminali di guerra, fascisti e collaborazionisti, riducendo il numero degli uccisi, mentre invece trovarono la morte anche molti civili.

Inoltre, fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989, ci fu una tacita complicità tra le forze politiche centriste, cattoliche e di estrema sinistra.
Ma il 3 novembre 1991, l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga si recò alla foiba di Basovizza chiedendo perdono per il silenzio che aveva avvolto quei fatti per anni.
Così, a poco a poco, la verità venne a galla e sta a noi fare in modo che non sia nascosta mai più.

Per informarmi maggiormente su questo argomento ho consultato i seguenti siti: https://www.focus.it https://www.treccani.it https://www.giorgioperlasca.it https://www.studenti.it

Martina Cattane, 2^A Liceo scientifico




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