MMT, svolta o inconsistenza?
di Tommaso Franzoni

La MMT si candida per raggiungere un’economia al servizio del popolo. Ma che cos’è? Cosa esprime? È un qualcosa di realizzabile o l’ennesima utopia? Scopriamolo insieme…


Nel 2020 Stephanie Kelton, economista e docente universitaria statunitense, ha pubblicato il saggio “Il mito del deficit”. Il testo ha riscontrato un buon interesse da parte del pubblico, attirando l’attenzione sull’argomento trattato nel libro: la MMT.

Cos’è la MMT e cosa esprime?

La MMT, acronimo di Modern Monetary Theory, in italiano Teoria Monetaria Moderna, è una dottrina economica che si pone l’obiettivo di descrivere le procedure e le conseguenze dell’utilizzo di una valuta "fiat", ovvero una moneta fiduciaria non coperta da riserve auree, quindi priva di valore intrinseco.

Il titolo dell’opera, scritta dalla professoressa Kelton, rappresenta a pieno il concetto fondante della MMT: il deficit è un qualcosa che non comporta limiti di spesa, poiché lo Stato emette il denaro che utilizza.

L’autore nel testo, al fine di aiutare il lettore a comprendere la logica alla base della dottrina, diversifica il bilancio di una famiglia da quello dello Stato. Un nucleo familiare, per rispondere ai propri bisogni, deve guadagnare una certa cifra, oppure richiedere un prestito. Solo dopo aver accumulato il denaro necessario può acquistare un bene o usufruire di un servizio offerto dal mercato.

La maggior parte delle persone associa il medesimo ragionamento all’idea di bilancio statale, riassumibile nella seguente formula: (TeP)S, cioè tasse e prestiti precedono la spesa pubblica. Secondo la Teoria Monetaria Moderna, la realtà corrisponde all'esatto opposto, dato che un Governo non necessita dei soldi dei propri cittadini, ma i cittadini necessitano dei soldi dello Stato. Il tutto è riassumibile nella formula S(TeP), cioè tasse e prestiti succedono la spesa pubblica, attuata dall’esecutivo creando nuova moneta.

Allora le tasse ed il debito?

A seguito di quanto illustrato, un dubbio sorge spontaneo: perché allora lo Stato tassa i cittadini? Semplicemente per approvvigionarsi, ossia per fare in modo che le persone lavorino e producano i beni ed i servizi che servono alla Nazione. La tassazione ha quindi lo scopo principale di creare una domanda per la moneta emessa dalle Banche centrali. Lo Stato non desidera i nostri soldi, bensì il nostro tempo, speso in lavoro.

Oltre a quanto appena esposto, le tasse hanno altri fini: strumento utile per redistribuire ricchezza e diminuire le disuguaglianze, incoraggiare o scoraggiare certi comportamenti (es: tasse sui vizi) e controllare l’inflazione.

L’ennesima questione viene a galla: perché allora si fa debito pubblico? Secondo la MMT, l’emissione di titoli di Stato è finalizzata esclusivamente a premiare i cittadini, tramite gli interessi, che utilizzano una forma alternativa di denaro pubblico. I deficit fatti negli anni possono essere sempre ripagati, stampando moneta.

La lacuna dell’inflazione


La cosa che principalmente scredita la MMT riguarda l’inflazione, descritta in modo carente ed impreciso.
Secondo gli esponenti della Teoria Monetaria Moderna, l’inflazione si incarna in aumento dei prezzi, perdita di potere di acquisto e abbassamento dello standard di vita dei cittadini. Ma, al contrario del pensiero radicato nella società, ciò che causa inflazione non è la sovrabbondanza di moneta, bensì l’eccesso di spesa delle istituzioni. La capacità di spesa dello Stato è infinita, ma non lo è la capacità della nostra economia. In altre parole, trovare il credito è la parte semplice, la vera sfida sta nel gestire le risorse.

La relazione tra moneta ed inflazione è un punto non trattato dalla MMT che invece merita una grande attenzione. L’eccesso di moneta toglie potere d’acquisto a redditi e risparmi e redistribuisce dai creditori ai debitori in modo non autorizzato dal legislatore. Il tutto causa una serie di problemi, già affrontati in passato. Inoltre l’inflazione da shock di offerta ed il suo legame con la disoccupazione non è considerata.
Quanto appena argomentato, dal mio punto di vista, fa crollare del tutto la logica di funzionamento ed equilibrio della dottrina economica.

Innovazione irreale


Nei prossimi anni, la Teoria Monetaria Moderna avrà modo di incarnarsi nella politica e nelle istituzioni, ma dal mio punto di vista, finché non darà una risposta completa inerente i fenomeni inflativi ed i loro sviluppi, non può essere considerata come svolta nella soluzione dei problemi delle classi meno abbienti. È meglio pensare ancora ad un capitalismo progressista, legato ad un forte welfare, compensato da una tassazione maggiore.

Tommaso Franzoni

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