Pubblichiamo a puntate il racconto della singolare esperienza che ha vissuto questa estate una ragazza di Agnosine. Elisa Gorizia, questo è il suo nome, ha partecipato con altri quaranta ragazzi bresciani alla Giornata Mondiale della Gioventù a Sidney, poi da sola ha proseguito il suo viaggio in Australia per incontrare una vecchia zia emigrata anni fa dal suo paese.
Prima parte
È con questo spirito che il 13 luglio ho lasciato il mio paese, Agnosine, per incontrare il gruppo dei pellegrini bresciani in partenza per vivere la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney.
Nonostante non conoscessi nessuno dei partecipanti, ciò che più mi ha incoraggiato è stata l’amicizia singolare che fin da subito si è instaurata.
C’era chi, in leggera trepidazione, pregava perché l’aereo non cadesse; chi sperava che la famiglia italo-australiana che lo avrebbe ospitato cucinasse cibo italiano; chi con tranquilla spavalderia pregustava i giorni a venire.
Capitanati dall’instancabile don Giovanni Cominardi, curato a Maderno, i fantastici quaranta, rappresentanti di Brescia e Provincia, tra entusiasmo e timori partirono per Sydney.
Il viaggio risultò, come da previsione, lungo 22 ore e per questo faticoso.
Ci siamo dovuti scontrare con un fisico e una mente messi alla prova per il fuso orario, il sonno e il caldo asfissiante dello scalo nella prestigiosa Dubai.
Giunti finalmente a Sydney si presentò ai nostri occhi un panorama mozzafiato.
Gli imponenti grattacieli, il maestoso ponte e l’Opera House facevano da cornice in una delle baie più famose del mondo, diventata per l’occasione protagonista mondiale di noi giovani.
Le bandiere della GMG coloravano il paesaggio e i gruppi di giovani festanti e cantanti rallegravano la città.
Tali bellezze si scontrarono con una forte delusione che colpì le aspettative di noi giovani bresciani.
Eravamo stati informati di non essere ospiti delle famiglie italiane, perché insufficienti come numero ad accogliere anche il nostro gruppo.
La nostra collocazione era una scuola, situata a Guildford, un isolato quartiere di Sydney.
Immediatamente sentita la parola scuola ognuno di noi ha pensato al pavimento, materasso del nostro sonno, al freddo che già penetrava nelle nostre ossa, ai servizi igienici, alle docce… (continua).
Elisa Gorizia