La capsulite adesiva o sindrome della spalla congelata
di Mauro Folchini

Che cos’è la capsulite adesiva? Come si cura? Scopriamolo con Mauro Folchini del Centro Medico Fisioterapico Equilibrio di Salò



Che cos’è la capsulite adesiva?
Capsulite adesiva, frozen shoulder, spalla congelata.
Questi sono tutti sinonimi per indicare una condizione dolorosa che interessa la spalla che si manifesta con rigidità articolare e limitazione dei movimenti.

La capsulite adesiva, o spalla congelata, colpisce la capsula articolare, ovvero un manicotto di tessuto connettivo denso che avvolge l’articolazione, sostenendo e stabilizzando i due capi ossei che la formano.
In caso di spalla congelata, la capsula che la avvolge diventa rigida e forma delle adesioni determinando una perdita di elasticità e limitando il movimento, sia attivo che passivo.
Il dolore si intensifica durante il riposo notturno, soprattutto se ci si addormenta appoggiandosi sul fianco e sulla spalla dolorante.

Stranamente questa patologia colpisce con più frequenza la spalla dell’arto non dominante e, solo nel 10% dei casi, colpisce contemporaneamente entrambe le spalle.

Le cause della capsulite adesiva
Non esiste una vera e propria causa scatenante per questa patologia, però si è potuto notare che la capsulite adesiva colpisce maggiormente le donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni, in particolare coloro che sono affette da diabete, disfunzioni tiroidee, morbo di Parkinson e da ipercolesterolemia.

L’evoluzione della patologia può essere classificata in 3 fasi distinte:

● Fase di raffreddamento: può durare 6-12 settimane ed è la fase più dolorosa durante la quale inizia la limitazione dei movimenti
● Fase di congelamento: può durare circa 4-6 mesi durante i quali si assiste ad un aumento della rigidità articolare mentre il dolore tende ad elevarsi
● Fase di scongelamento: può durare anche più di un anno e si caratterizza per un graduale miglioramento

Come si tratta questa patologia?
Fondamentale è trattare la spalla dolorosa con la fisioterapia per ridurre il dolore e riacquistare la mobilità perduta.
Terapie fisiche come ultrasuoni, tecarterapia, laserterapia ed onde d’urto vengono impiegate per accelerare il recupero.
Sono consigliate anche iniezioni locali di cortisone e farmaci antinfiammatori per via orale o topica.

Durante il percorso riabilitativo, è opportuno evitare sforzi, movimenti bruschi e impegnativi. Gradualmente nel giro di un anno i pazienti che soffrono di capsulite adesiva, se seguiti con una fisioterapia attenta e mirata, recuperano più o meno completamente la funzionalità dell'articolazione.

Nei casi più severi si opta per l’intervento di rilascio capsulare, da eseguire in artroscopia. In questo caso, dopo l’intervento, va iniziato un programma di micromobilizzazione passiva, associato a terapia fisica per favorire la completa funzionalità dell’articolazione.

A cura di Mauro Folchini - Centro Medico Fisioterapico Equilibrio di Salò.
Specializzato nel trattamento manuale dei trigger points, nelle tecniche di fibrolisi diacutanea e osteopatia strutturale, Mauro Folchini collabora con la federazione italiana Atletica Leggera in qualità di massaggiatore e osteopatia.
Massofisioterapista e osteopata, riceve presso il Centro Medico Fisioterapico Equilibrio di Salò, uno dei principali poliambulatori del Lago di Garda.


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