«El tirolés che vindìa i paröi» e «èl molèta»
di Guido Assoni

Alzino la mano coloro che avendo sulle spalle un discreto fardello di anni vissuti serenamente, non ricordano il “ramaio di Tione” che, col suo furgone carico di articoli di rame, ogni primo lunedì del mese si recava al mercato di Nozza!


Stiamo parlando di Egidio Gottardi di Tione, classe 1918.
Ultimo di sei fratelli, rimase orfano di madre (Catina Bertini di Cimego) quando ancora era in fasce.
Se l’era portata via una terribile pestilenza mondiale che causò la morte di milioni di persone a cavallo del 1918 e 1920.
E’ stata impropriamente identificata con il nome di “influenza spagnola”, perché per prima a parlarne fu la stampa iberica, non soggetta a censura in quanto la Spagna non venne coinvolta nella prima guerra mondiale.

Il padre Udalrico, che svolgeva con la sua “carretta” il lavoro di ramaio ambulante, dovette rimboccarsi le maniche avendo sei figli da allevare.
La divina provvidenza venne in soccorso di Udalrico quando nella zona di Comano conobbe colei che diventerà la sua seconda sposa (Giulia Prati), una buona donna che in un periodo storico estremamente difficile, si prese cura della figliolanza mentre il marito lavorava in officina realizzando paioli, pentole ed altri manufatti che poi vendeva nei vari mercati delle Giudicarie.

Stando accanto al padre, Egidio intraprese il mestiere del ramaio.
La sua formazione avvenne all’Istituto “Cardinal Ferrari” di Cantù gestito dalle suore sacramentine di Bergamo e durante la seconda guerra mondiale venne arruolato nelle fila del “Genio Pontieri”.
Dopo il conflitto riprese a lavorare nell’azienda paterna.
Si sposò nel 1949 con Teresina Baroldi che proveniva da Favrio, frazione di Fiavè.
Dal matrimonio nacquero quattro figli, uno dei quali, Caterina, dipendente della Famiglia Cooperativa Giudicarie di Tione ci ha lasciato in questi giorni.

Negli anni sessanta del secolo scorso privilegiò l’aspetto artistico creando piatti in rame sbalzato e traforato, porta vasi, porta ombrelli ed altri prodotti artigianali di rame.
Sulle orme del padre, continuò anche l’attività di ambulantariato presenziando ai mercati delle Valli Giudicarie e allo storico mercato di Nozza.

Negli ultimi anni di vita si rammaricò del fatto di non essere riuscito a festeggiare il 50° anno di mercato a Nozza.
Egidio ci lasciò nel 2004 e ancora oggi dalla gente Valsabbina ed in particolare delle Pertiche viene ricordato come “El terulès che vindia i parӧi”.

Già durante l’ultima guerra e fino a metà anni ottanta del secolo scorso,
due o tre volte all’anno si sentiva riecheggiare nelle piazze, nei vicoli e fino alle cascine più lontane il grido “Moletta, ombreler”.
Le donne di casa si agitano, “trescano” alla ricerca di forbici, di coltelli e di ombrelli. Molte si rammaricano con se stesse per non aver preparato in tempo utile gli utensili da affilare o riparare.
Non possono farsi scappare “el moleta”, ne andrebbe di mezzo l’organizzazione familiare per i prossimi mesi.

Pierino Zoanetti, classe 1924 è l’arrotino di cui stiamo parlando, anch’egli nato a Tione, ma da sempre residente a Zuclo un paesino sulla sponda destra del fiume Sarca e alle pendici del Monte Pizza, recentemente accorpatosi con Bolbeno per dare origine al Comune di Borgo Lares.
Spingendo a braccia il trabiccolo, partiva dal Trentino scandagliando la Valle del Caffaro portandosi fino in Val Trompia, su e giù dalle Coste di Sant’Eusebio, per le strade di Lodrino, Bagolino e Capovalle.

Uomo cordiale e ben voluto da tutti, non si sposò e prima di accomiatarsi volle ringraziare tutti coloro che, soprattutto negli anni difficili della guerra ed immediatamente successivi, gli diedero ospitalità nelle stalle e nei fienili.
Lo fece prima di persona e poi temendo di dimenticare qualcuno, concedendo un’intervista al giornalista Gilberto Vallini del Giornale di Brescia.
So diventà vecio, nesuna machina la ga fà tanti chilometri come mi. E la machina la gà el motor, mi solo gambe e brasi”.

Pierino è andato avanti nel 2009 ma la categoria dell’arrotino e dell’ombrellaio dalle nostre parti non è scomparsa del tutto.
A portare avanti la tradizione ci ha pensato Luciano Zoanetti anch’egli di Zuclo.

Alto e magro, non parente di Pierino come molti sostengono.
Luciano, al passo con i tempi, si è motorizzato, mentre Pierino doveva spingere in salita e tirare indietro in discesa. Niente freni al suo laboratorio ambulante.

Guido Assoni

Ringrazio sentitamente Udalrico Gottardi e Alberto Zoanetti, rispettivamente figlio di Egidio e nipote di Pierino, per le notizie e le fotografie dei loro congiunti.
Ringrazio anche il Sindaco di Borgo Lares, Giorgio Marchetti, per la cortesia.
La foto che si riferisce al mercato di Nozza è tratta dal libro di Enzo Bazzoli "Duemila e... non più mille".


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