L'imbianchino più veloce del mondo
di Ubaldo Vallini

Sar una deformazione professionale, ma come le “pennella” lui le curve, piegando a pi non posso con la moto, non lo fa nessuno. E’ Lorenzo Rizzardini, imbianchino vestonese doc. Cipollino 78 il suo nome “di battaglia”.

Sarà una deformazione professionale, ma come le “pennella” lui le curve, piegando a più non posso con la moto, non lo fa nessuno. E’ Lorenzo Rizzardini, vestonese doc. Cipollino 78 è il suo nome “di battaglia”, come si usa nel mondo delle corse.
Trent’anni, veloce nello sguardo, nel sangue passione da vendere per i motori... e una buona dose di testardaggine. Ci vuole ostinazione a palate infatti (“a pedate” direbbe piuttosto suo padre), per tener duro come fa lui.

Di giorno ci sono le tempere e le vernici per i muri di mezza Lombardia. La sera chiavi e spessimetri, olio e grasso nel garage-officina affittato in contrada Santa Lucia. In ogni parete pitturata lui ci vede dentro una ribassatima alla testata, mezzo copertone, una coppia di pastiglie per i freni...
Non pensa ad altro, cocciuto. Forse è per questo che, arrivato dal nulla, è riuscito ad ottenere un quarto posto al campionato italiano di velocità in salita nel 2006. Fra le specialità motoristiche, anche e soprattutto per la penuria di mezzi, gli è toccato di scegliere una di quelle che richiedono più coraggio.

Già, cos’altro ci vuole se non un “pelo” alto così, per andare a grattare le pedane fra le curve e le balle di fieno sulle strade di montagna?
E sogna l’isola di Mann: “L’anno scorso avevo le gare che mi permettevano di partecipare a quella straordinaria gara e mi mancavano i soldi – ci dice -. Quest’anno ero riuscito a recuperare un buon numero di sponsor e mi mancavano le gare, ma l’anno prossimo non mi ferma nessuno, accidenti”.
Funziona che bisogna portare a termine sei gare “ufficiali” per essere ammessi a gareggiare sull’isola inglese: gli era riuscito nel 2006, nel 2007 troppe le “rotture”, compresa quella con la ragazza, che evidentemente ne ha avuto abbastanza dei suoi ritmi da imbianchino pilota.

A maggio di quest’anno si è rifatto con una partecipazione alla “Nord West” dove era riuscito a qualificarsi bene, arrivando però a rompere la sua Kawasaki 600RR quando mancavano tre giri al termine delle prove ufficiali: “Ho trovato anche un meccanico argentino che in venti minuti mi aveva già aperto il motore, ma di fronte ad una testa da spianare ci siamo dovuti arrendere”.

Una storia d’altri tempi la sua, che meriterebbe maggiori attenzioni fra i facoltosi valsabbini che hanno la possibilità di dargli una mano: la prima moto per gareggiare, una Yamaha R6 glie l’ha venduta il “Bebi” (un mito fra i centauri vasabbini) cinque anni fa, con un contratto del tipo “me la paghi quando puoi”. Poi Lorenzo ha preso in affitto il furgone del fornaio di Vestone e così è cominciata l’avventura.

“Strada facendo mi hanno dato una mano Alberto e la Bms Motorsport di Gavardo, Piardi Stampi, l’Agf Andreoli e l’Itr Tononi, l’Alcafond, Rossetti di Casto, il collega tinteggiatore Andrea Fusi di Bagolino, la Fluidotec e la carrozzeria Futura” ci dice, ricordandoci per ciascuno le elargizioni, ma anche e soprattutto il grado di amicizia, che alla fine è quello che più conta.
“Credo di averli delusi un po’ quest’anno – si schernisce -. Il prossimo con la moto nuova, ne sono certo, sarà quello buono per darci dentro alla grande”.

In bocca al lupo e ...crepi.
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