Cosa definisce Dio un dio?

Quasi tutte le religioni partono da un singolo concetto base, ovvero la presenza di una o più entità superiori il cui compito è quello di guidare e giudicare le nostre vite terrene.
I modi in cui si crea l’idolatria per questi esseri è ovviamente diverso, sia per motivi culturali che socio-politici ma non è attualmente il tema di cui voglio discutere. Oggi, in queste righe, cercherò di capire ed esprimere cosa rende un dio, beh...Dio.

Per capirlo bisogna fare un lungo salto nel passato, alla nascita delle prime religioni.
Della preistoria si sa ben poco, si crede che potessero esistere alcune forme molto basilari di culto nell’esistenza di una vita dopo la morte, ma nulla che si potrebbe anche solo pensare di comparare alle religioni moderne.

Le prime vere e proprie religioni cominciano verso il 10000 a.C. (divertente come il tempo venga definito da una religione, anche per misurare le altre religioni), con la scoperta del sito archeologico del Gobekli Tepe in Turchia. Ma è ancora troppo presto per sapere di poter parlare di divinità.

Dobbiamo volare fino all’era antica, circa dopo il 4000 a.C, per poter notare l’esistenza di vere e proprie divinità con i loro culti e templi. È appunto in questo periodo che si ha la nascita delle Piramidi e della religione egizia, della religione minoica a Creta, di quella mesopotamica, di quella ebraica, di quella induista e della ovviamente più famosa religione greca (assimilata in gran parte dai romani). Ed è proprio in questo periodo che nascono le prime forme di idolatria.

Andando avanti nel futuro, si ha la nascita di Buddha e la creazione quindi del Buddhismo in India, il Zoroastrismo e Confucianesimo in Cina, e la più ovvia e recente nascita di Gesù.
Vorrei soffermarmi qualche riga a parlare del cristianesimo, e di come il potere e la volontà di un solo uomo hanno plasmato l’esistenza del mondo intero. La creazione di Dio, come unico essere superiore, onnisciente e onnipresente, è stato uno dei momenti più importanti dell'intera storia. Ben più importante degli antichi culti egizi o greci, non per rilevanza degli esseri superiori, ma per l’effettivo impatto che il cristianesimo avrebbe avuto nei secoli a venire.

Si arriva poi molto velocemente all’era moderna, infatti l’unica religione che è stata creata e che ha avuto un enorme impatto è l’Islam, ma oltre ad essa la maggior parte dei culti creati sono delle branche di altre religioni (come ad esempio il protestantesimo rispetto al cattolicesimo).

Possiamo quindi ora davvero rispondere alla domanda, cosa rende Dio un dio?
Di certo non le divinità stesse, ma le persone. L’unica variabile che è cambiata nel tempo è quella, anche solo pensando per esclusione ci si ritrova al fatto che sono le persone a rendere una entità un dio. Ma come?
Credendo in lui. Un dio senza credenti non è altro che un insieme di parole senza importanza, basti pensare alle divinità della Mesopotamia antica. Chi le conosce oggigiorno? Qualcuno. Ma chi ci crede in esse? Probabilmente nessuno.

Questa è la risposta: sono le persone a rendere un dio una divinità. Quando abbastanza persone credono in un qualcosa, quella cosa diventa reale. Le religioni nascono e muoiono così, le realtà delle religioni non sono altro che le realtà delle persone.
Se tutti smettessero di credere, allora non si avrebbe più un dio ma solo un nome su un pezzo di carta, che per quanto vale potrebbe anche essere bruciato che nessuno saprebbe la differenza.

Le persone rendono religioni le religioni, altrimenti qualsiasi testo sacro non sarebbe nulla di più di un semplice romanzo. Il peso del pensiero è l’arma più potente che esista, e chi controlla il pensiero delle persone controlla il mondo.

Davide Lancellotti

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