Singapore
di Luca Pietrobelli

Il ciclismo antico, quello che viene definito “eroico”, può essere suddiviso in due epoche distinte...


... , quella primordiale, dei passisti potenti e veloci come Binda e Learco Guerra, prima del 1935, e quella della rivoluzione degli scalatori come Coppi e Bartali, dal 1936 in poi

Il 1935 è il nostro “Anno 0”.
Nel 1935 era ben salda nella testa di tutti gli appassionati l’idea che per poter vincere il Giro d’Italia si dovesse aver un fisico eccezionale e muscoli potentissimi, proprio come quelli di Learco Guerra, detto “la locomotiva umana” per le sue grandi doti sul passo e la sua mole importante.

Quell’anno si concluse il ciclo di quelli che oggi chiameremmo cronomen grazie ad un compaesano e amico proprio di Guerra, Vasco Bergamaschi, classe 1909.

Vasco, detto “Singapore” per i suoi occhi schiacciati e il viso dai tratti asiatici, era un garzone di un panificio del suo paese, nel mantovano, e per tutta la sua carriera fu relegato a ruoli di gregariato.
A quel giro Singapore si presentò in veste di fido scudiero di Learco Guerra ed alla prima tappa, da Milano a Cremona, dopo aver lanciato la volata per il suo capitano che non era in “giornata”, andò ad indossare la prima Maglia Rosa, sentendosi terribilmente in colpa sul podio per non aver atteso il suo amico.

Il virgiliano perse poi il simbolo del primato per riagguantarlo nella tappa che lanciò alla vittoria uno sconosciuto Gino Bartali, all’apertura del nuovo ciclo e pronto a scrivere pagine e pagine di ciclismo e storia d’Italia.

Vasco non mollò più la maglia, incrementando il vantaggio nella lunghissima tappa Roma-Firenze, di 317 km, grazie all’aiuto della Locomotiva Umana.
Dopo l’arrivo a Milano, Bergamaschi chiuse la stagione d’oro vincendo una tappa al Tour per poi ritornare a fare il lavoro sporco nelle retrovie del gruppo per il resto della sua carriera.

Singapore non solo conquistò un Giro d’Italia, contribuì a costruire la grande storia del ciclismo degli albori e dimostrò, non solo a se stesso, che l’occasione buona per splendere arriva per tutti, bisogna solo farsi trovare pronti.

E che occasione Vasco, hai scritto la storia!

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