Un silenzio che fa male. A te Giuseppina Di Luca
di Rosalba Francinelli

Un dolore è difficile da esprimere. Come una gioia e si ha sempre il dubbio che non vi siano parole adeguate a renderlo profumato.

 
Giuseppina oggi da quassù in montagna nel mio paradiso posso paragonarti al ciclamino, un fiore bello di colore intenso, nascosto in questo bosco, ma che vuole essere visto perché il suo profumo si diffonda fino al cielo.
Oggi questi ciclamini li dono a te e guardano in alto nel cielo.

Cara Giuseppina ti ho conosciuta da piccola quando venivi a casa mia con tua mamma, papà e le tue sorelline.
Una famiglia meravigliosa e rispettosa. Poi ci siamo perse di vista perché tutte voi avete preso strade diverse ma, in quelle strade vi ho sempre seguite perché sempre vi ho portato nel cuore.

Ti ricorderemo sempre nella festa delle donne, ricorrenza atroce del 1910. L’8 marzo ricorderemo pure te e non meritavi di andartene così. Nessuna donna merita questo. Sofferenza nel tempo, ferite, dolori che le donne portano ogni giorno.
Questa ricorrenza è diventata mostruosità che non ha fine.

A te Giuseppina che hai fatto la tua battaglia di vita quotidiana, avevi tuoi ideali, volevi ancora vivere per sognare, tu, che credevi nell’amore e non pensavi che come un fiore potevi morire.
Tu che ogni mattina sbocciavi alla vita al giorno eri parte delicata e volevi essere la donna che quando ti facevi bella per una festa, che sceglievi il vestito più bello da indossare, ti mettevi il profumo e facevi belli i tuoi capelli.

Donna bella, donna Giuseppina tu che cercavi l’impossibile, tu che credevi nelle emozioni e i pensieri più belli che potevano rimanere nella tua mente. Tu che cercavi sempre luce negli occhi per guardare la luna e le stelle, tu orgogliosa mamma di due meravigliose figlie, tue creature.

Cara Giuseppina, l’amore lo pensavi una magia e pensavi avesse profumo di freschezza. A volte l’amore è amaro, uccide. A noi rimane solo silenzio, un vuoto nel cuore e di recitarti una preghiera.
Ritornerai a vivere accanto ai tuoi cari, ritroverai la tua cugina Maria Grazia lassù in quel paradiso in un prato fiorito, non dovrete avere paura. Dio vi proteggerà, non voleva questo. Una vita spezzata, una donna dolce. Lassù troverai tutte le donne strappate come te a questa vita.

Vi prenderete tutte per mano e aiutateci a lottare e che queste cose non accadano più. Le donne devono essere amate e non ammazzate. E chi non condanna questi reati diventa complice.

Ti ricorderemo Giuseppina.
Oggi ho provato a disegnare una rosa lassù nel cielo e stasera vedrò la luna e le dirò di consegnartela.

Rosalba Francinelli


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